HYPNOS ("Υπνος, Somnus)
Personificazione del Sonno. Secondo la tradizione più diffusa (che deriva da Hesiod., Theog., 211 ss.; 758 s.), figlio della Notte e di Herebos; più raramente (Sen., Herc. fur., 1073) è anche detto figlio di Astrea; fratello gemello di Thanatos.
Omero poneva l'abitazione di H. a Lemno; in seguito la sua dimora viene posta agli Inferi (Vergii., Aen., vi, 278) o nel paese dei Cimmerii (Ovid., Met., xi, 592 ss., che offre una minuziosa descrizione del palazzo incantato di H. dove tutto dorme). H. fu onorato come una divinità in Grecia: è attestato un altare a Trezene (Paus., ii, 31, 3) dove il suo culto era connesso con quello delle Muse. Il mito più famoso connesso con H. è quello di Endimione: egli avrebbe concesso all'oggetto del suo amore il dono di dormire con gli occhi aperti, in modo di non cessare di riguardare gli occhi dell'amante (Likymn. presso Athen., xiii, 564 c; Diogenian., ii, 48); la figura di H. rientra anche in altri miti: nella lotta tra Eracle e Alcioneo, dove il gigante appare addormentato per l'intervento di Hermes o di H.; nel mito di Zeus ed Hera, ecc. Letterariamente H. è rappresentato alato, mentre percorre rapido la terra e il mare, addormentando uomini e cose.
Nell'arte figurativa H. venne raffigurato sin dal periodo arcaico: Pausania (v, 18, 1 e 2) lo ricorda tra i personaggi raffigurati sull'Arca di Cipselo; in alcuni vasi corinzî è raffigurato nella scena di Efesto che ritorna all'Olimpo. In alcuni vasi a figure nere e rosse, appare connesso nella rappresentazione dei miti di Alcioneo, Sarpedonte e Memnone: talvolta appare insieme al fratello gemello Thanatos, nello schema che comparirà più tardi su ciste e specchi etruschi. Su alcune lèkythoi attiche a fondo bianco H. viene raffigurato più giovane di Thanatos e alato (con ali sulle spalle). Su una lèkythos a figure rosse a Taranto databile al 480 circa, attribuita al Pittore di Pan, H. fanciullino, fornito di amplissime ali, appare accoccolato sulla fronte di Arianna che giace accanto a Teseo. Il tipo statuario di H. appare relativamente tardi nell'arte greca: Pausania (iii, 18, 1) ricorda una sua statua a Sparta insieme a quelle di Eros e Afrodite; una altra statua (Paus., ii, 10, 2 e 3) era a Sicione.
Ci è giunto un buon numero di repliche, dalle quali si può risalire a un archetipo bronzeo del IV sec. a. C., incertamente attribuito a Prassitele o Skopas: H. è rappresentato giovanetto, mentre cammina a passo leggero. Le ali non aderiscono, come visto precedentemente, alle spalle, ma sorgono dalle tempie. Nella destra tiene il corno dei sogni; nella sinistra il soporifero fiore di papavero. Delle repliche, una sola, quasi integra, di dimensioni quasi al vero, è in marmo (Museo del Prado, Madrid); tra le altre, tutte in bronzo, per lo più di piccolo formato, si ricorderanno la nota testa da Civitella d'Arno (Perugia) al British Museum, le statuette di Vienna, di Lione e il recente acquisto del City Art Museum di St. Louis (Missouri). Una testa in marmo, proveniente da un rilievo, è a Parigi (Louvre). La figura di H. appare anche su sarcofagi romani col mito di Endimione, su gemme (Furtwängler, 36, 20) e su un rilievo della Collezione Albani (Zoega, ii, tav. 93). Come dio del sogno nuziale, caratterizzato da una larga cintura, appare su una lampada da Augusta Raurica; dormiente appare a rilievo nel frontone di alcune stele funerarie della Tunisia (Fasti Arch., vi, 1951, 4809, f. 135). Contrariamente all'iconografia più diffusa H. è rappresentato vegliardo e canuto su un sarcofago con Arianna nel museo di Alessandria.
Talvolta in Grecia H. è connesso con Asklepios, come appare ad esempio da una dedica (C. I. A., iii, 132 a) fatta ad Asklepios, Igea e H.; in epoca romana, specialmente in regioni provinciali, continua la connessione tra le due divinità: in Provenza si ha notizia (C. I. L., xii, 354) di una statuetta del Somnus dedicata ad Esculapio; in questo genere di statuette si può osservare come sia stata abbandonata l'iconografia dell'H. greco, giovinetto, nudo, alato, per assumere invece le caratteristiche pertinenti talvolta a Telesphoros: il Somnus è qui infatti rappresentato come un fanciullino rivestito di pesante mantello e cappuccio.
Bibl.: B. Sauer, in Roscher, I, 2, p. 2843 ss.; Jolles, in Pauly-Wissowa, IX, 1914, c. 323 ss.; Ch. Picard, Manuel, III, 2, 1948, p. 768 ss.; J. D. Beazley, Red-fig., pp. 563, 808, 814, 829; R. Egger, Der Hilfreiche Kleine in Kapuzenmantel, in Oesterr. Jahreshefte, XXXVII, 1948, p. 30 ss.; L. Curtius, Lekythos in Tarent, in Oesterr. Jahreshefte, XXXVIII, 1950, p. 10 ss.; id., Redeat Narratio, in Mitt. d. Arch. Inst., IV, 1951, p. 10 (sarcofago di Arianna); K. Schauenburg, in Jahrbuch, LXXIII, 1958, p. 54.