Diamond, I.A.L.
Nome d'arte di Itek Dommnici, sceneggiatore romeno, naturalizzato statunitense, nato a Ungheni (Romania) il 27 giugno 1920 e morto a Los Angeles il 21 aprile 1988. Fattosi conoscere come Isidore Diamond, 'Izzy' per gli amici, in seguito trasformò il nome in I.A.L. (iniziali della Interscholastic Algebra League, di cui fu campione nel 1936 e nel 1937). La profonda intesa artistica fra D. e Billy Wilder, basata su un affine senso dell'umorismo di stampo europeo, che coniugava sentimento e cinismo, permise la realizzazione di alcuni tra i film rimasti nella storia della commedia hollywoodiana degli anni Cinquanta e Sessanta. La struttura dei dialoghi brillanti, arguti ed eleganti costruiti da D. si prestava perfettamente a consentire il pieno dispiegarsi dello stile e delle tematiche wilderiane per i quali lo sceneggiatore inventò con ironia e sarcasmo ambientazioni e situazioni raffinate e fantasiose. Insieme ottennero un enorme successo e nel 1961 vinsero l'Oscar per la migliore sceneggiatura con The apartment (1960; L'appartamento) di Wilder.
Emigrato da bambino negli Stati Uniti (1929), D. si stabilì con la famiglia a New York (nel quartiere Crown Height di Brooklyn). Una borsa di studio (in matematica) gli permise di frequentare la Columbia University, dove divenne redattore della rivista studentesca e scrisse testi per spettacoli di varietà del college. Laureatosi in giornalismo nel 1941, entrò alla Paramount Pictures come aiuto sceneggiatore, collaborando alla scrittura di film di intrattenimento. Tra i titoli più significativi di questo periodo vi sono Two guys from Texas (1948) di David Butler, da una pièce di L. Pelletier Jr e R. Sloane; The girl from Jones Beach (1949; La foglia di Eva) di Peter Godfrey; Monkey business (1952; Il magnifico scherzo), una screwball comedy di Howard Hawks, per la quale D. scrisse su incarico della 20th Century-Fox la prima stesura della sceneggiatura che fu in seguito affidata ai due abituali collaboratori del regista, Ben Hecht e Charles Lederer; That certain feeling (1956; Quel certo non so che) di Norman Panama e Melvin Frank, adattamento di una commedia teatrale di J. Kerr ed E. Brooke. Fu grazie a Monkey business che Wilder si accorse di D., del quale aveva avuto modo di apprezzare sia la rubrica umoristica tenuta sul periodico della Writers Guild (l'associazione degli sceneggiatori statunitensi), sia gli sketch comici da lui scritti per le cene annuali dell'associazione. Divenuto una celebrità di Hollywood, alla ricerca di un nuovo partner dopo la separazione da Charles Brackett, avvenuta con Sunset Boulevard (1950; Viale del tramonto), Wilder affidò a D. l'adattamento di un romanzo di C. Anet per il romantico Love in the afternoon (1957; Arianna). Il film all'epoca risultò un insuccesso (solo in seguito fu valutato dalla critica come un raffinato omaggio a Ernst Lubitsch), ma permise il consolidarsi di questo sodalizio artistico, e Wilder dal 1957 non girò più nessun film senza D., il quale a sua volta scrisse solo una sceneggiatura per un altro regista, Cactus flower (1969; Fiore di cactus) di Gene Saks. Per Wilder, e talvolta insieme a lui, D. scrisse sceneggiature di commedie di grande successo: Some like it hot (1959; A qualcuno piace caldo), basato su una storia di R. Thoeren e M. Logan, è un meccanismo farsesco tra i più perfetti di tutti i tempi (un solo Oscar per i costumi, pur avendo ottenuto sette nominations, tra le quali anche quella per la migliore sceneggiatura). Come ha osservato il critico D. Peary, "il tema del film, al pari di quello di Sylvia Scarlett, è che quando una persona veste i panni dell'altro sesso ha l'opportunità di esplorare aspetti prima latenti della propria personalità" (Guide for the film fanatics, 1986, p. 394). A questo film seguirono il più cupo e cinico The apartment, caustico apologo sulla società americana, e One, two, three (1961; Uno, due, tre!), un'indiavolata farsa sulla guerra fredda, ambientata a Berlino e interpretata da James Cagney. Riprendendo il tema dello sdoppiamento e del travestimento, D. adattò per Wilder una commedia teatrale di A. Breffort per il popolarissimo Irma la douce (1963; Irma la dolce); il successivo Kiss me, stupid (1964; Baciami, stupido) fu giudicato eccessivamente caustico, e a questo seguì la sceneggiatura di The fortune Cookie (1966; Non per soldi... ma per denaro), amara e arguta commedia per la quale D. ottenne una nomination, in cui vennero affiancati per la prima volta Jack Lemmon e Walter Matthau. L'elegante e malinconico The private life of Sherlock Holmes (1970; La vita privata di Sherlock Holmes) è considerato da alcuni critici il capolavoro della coppia Diamond-Wilder; sviluppato secondo un intreccio a mosaico da film giallo, il film ha, nella descrizione dell'affettuosa amicizia tra Sherlock Holmes e il dottor Watson, una componente che lo rende uno dei meno amari e più commoventi del regista. Al confronto, più artificiosi appaiono l'humour nero di Avanti! (1972; Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?), in cui il protago-nista (Jack Lemmon) si innamora della figlia dell'amante del padre, e la graffiante satira di The front page (1974; Prima pagina), da una commedia di C. MacArthur e B. Hecht (già trasposta da Lewis Milestone e da Hawks), con Jack Lemmon e Walter Matthau. Con Fedora (1978), interpretato da William Holden e Marthe Keller, D. e Wilder fecero vibrare con una nota forte la loro filmografia: il film, affrontando il tema della specularità fra finzione e realtà, è un misurato dramma su una vecchia diva, che si richiama volutamente alle radici austriache di Wilder e al suo Sunset Boulevard. L'ultimo film realizzato da D. e Wilder fu il meno riuscito, anche se amabilmente sarcastico, Buddy Buddy (1981), interpretato ancora dalla coppia Jack Lemmon-Walter Matthau.
K. Lally, Wilder times: the life of Billy Wilder, New York 1996, passim; E. Sikov, On Sunset Boulevard: the life and times of Billy Wilder, New York 1998; C. Crowe, Conversation with Wilder, New York 1999, passim.