I miserabili
(Italia 1947, 1948, prima parte Caccia all'uomo, seconda parte Tempesta su Parigi, bianco e nero, 185m); regia: Riccardo Freda; produzione: Carlo Ponti per Lux; soggetto: dal romanzo Les misérables di Victor Hugo; sceneggiatura: Mario Monicelli, Steno, Riccardo Freda, Vittorio Nino Novarese; fotografia: Rodolfo Lombardi; montaggio: Otello Colangeli; scenografia: Guido Del Re; costumi: Dario Cecchi; musica: Alessandro Cicognini.
Jean Valjean, condannato per aver rubato del pane, resta in carcere per vent'anni a causa di ripetuti tentativi di evasione. Quando esce compie subito un furto, ma il vescovo derubato, anziché denunciarlo, gli fa capire che deve cambiare vita. Con il duro lavoro e sotto falso nome, Jean diventa un ricco e stimato industriale e adotta la piccola Cosetta, ma il commissario Javert, che ne ha scoperto l'identità, continua a perseguitarlo. Jean riesce a rifugiarsi a Parigi, sconvolta dai moti rivoluzionari del 1832. Cosetta si innamora di Marius, un giovane che combatte senza sosta contro il governo imposto dalla Restaurazione anche se è figlio del ministro dell'Interno. I rivoltosi sono sconfitti e vengono fucilati; si salva solo Marius, grazie all'intervento di Valjean. Resosi conto della bontà di Jean e ossessionato dal rimorso, Javert si uccide. Morirà anche Jean, per mano di un ex compagno di cella traditore.
Interamente girato all'interno degli studi del Centro Sperimentale di Cinematografia, si tratta del primo kolossal italiano del dopoguerra. Riccardo Freda era all'epoca il regista antineorealista per eccellenza: alle storie vere e alla descrizione della vita quotidiana preferiva le grandi fonti letterarie. Nel giro di cinque anni, dal 1945 al 1950, portò sullo schermo oltre a Hugo anche Puskin, Casanova, Dumas padre e Dante, adattandoli ai tempi e ai modi del cinema d'avventura: tutto questo in evidente contrasto con la tendenza che prevaleva allora nel cinema italiano. Per giunta Freda arrivò al punto di coprire un ruolo importante nel cast, quello di Marius, con una trovata che sembra la parodia dell'attore preso dalla strada tipico del neorealismo. La parte era infatti destinata a Rossano Brazzi, che però giunse a irritare il regista con le sue troppe pretese e venne quindi sostituito con Aldo Nicodemi, un giovane senza alcuna esperienza di recitazione che lo stesso Freda aveva notato in una casa di tolleranza. Nel cast comunque figurano altri esordienti destinati al successo, come Marcello Mastroianni e Gabriele Ferzetti, nonché un attore proveniente dal neorealismo (Joop van Hulsen, ufficiale tedesco in Roma città aperta).
Al di là delle trovate di cast, Freda mostra con mano sicura una concezione del cinema molto diversa da quella che circolava nell'Italia del periodo e molto più simile a quella hollywoodiana. Infatti, i film di cappa e spada girati fino a quel momento in Italia erano decisamente debitori nei confronti della librettistica d'opera e privilegiavano i dialoghi alle scene d'azione. Freda fa esattamente il contrario, come del resto già Alessandro Blasetti per La corona di ferro (1941). Nella sequenza iniziale del film, ad esempio, tutta la parte che ci porta a conoscenza dell'antefatto fa a meno dei dialoghi: la giovinezza di Jean Valjean, il suo arresto, i tentativi d'evasione sono narrati a ritmo incalzante, con un montaggio serrato e con un commento musicale volutamente intenso. Le parole intervengono solo quando sono strettamente necessarie. Intervistato nel marzo 1993, Freda confermava: "Mi sembrava andasse bene così. La parola fu aggiunta in un secondo tempo al cinema, quando già erano stati fatti grandi capolavori. È qualcosa in più, bisogna utilizzarla ma anche dimostrare di saperne fare a meno". E lo stesso avviene per un'altra scena dal ritmo concitato, quella che vede i rivoluzionari invadere le piazze di una Parigi sapientemente ricostruita sul piazzale del Centro Sperimentale. I miserabili mostra la tipica grande cura della Lux Film nelle ricostruzioni e nei costumi, e fu la prima produzione importante di Carlo Ponti, all'epoca organizzatore generale per la casa di produzione fondata da Riccardo Gualino.
Interpreti e personaggi: Gino Cervi (Jean Valjean), Valentina Cortese (Fantina/Cosetta), Giovanni Hinrich (Javert), Aldo Nicodemi (Marius), Luigi Pavese (Thénardier), Andreina Pagnani (suor Simplicia), Ugo Sasso (capo dei rivoluzionari), Marcello Mastroianni (rivoluzionario), Gabriele Ferzetti (amante di Fantina), Joop van Hulsen (ministro di polizia), Delia Orman (Eponine), Gino Cavalieri (archivista della polizia).
Quat., I miserabili, in "Variety", April 14, 1948.
J. Lourcelles, Un homme seul, in "Présence du cinéma", n. 17, printemps 1963.
Divoratori di celluloide, a cura di G. Fofi, P. Pistagnesi, Milano 1981.
E. Comuzio, Riccardo Freda, regista e personaggio, in "Cineforum", n. 326, luglio-agosto 1993.
G. Legrand, I miserabili, in "Positif", n. 393, novembre 1993.
S. Della Casa, Riccardo Freda, Roma 1999.