I gruppi politici cristiano-democratico, liberale e socialista, nelle due declinazioni fiamminga e francofona, rappresentano le maggiori forze politiche del Belgio.
L’attuale premier Yves Leterme è esponente di spicco del partito dei Christen-Democratisch en Vlaams. Sul versante francofono, il medesimo spazio politico è dominato dal partito dei centristi francofoni (Centre Démocrate Humaniste), storicamente sostenuto da un elettorato molto più ristretto rispetto alla controparte fiamminga.
Il peso politico dei liberali e dei socialisti nelle due regioni è invece più equilibrato, sebbene le ultime tornate elettorali abbiano segnato un lieve vantaggio in favore delle formazioni francofone di entrambe i partiti. Il Partito liberale è stato il primo ad essersi organizzato politicamente in Belgio, tra il 19° e il 20° secolo, e già negli anni Sessanta si è scisso nelle due formazioni regionali (attualmente denominate Vlaamse Liberalen en Democraten e Mouvement Réformateur). Il Partito socialista belga è nato invece nel 1884, scindendosi nel 1978 nelle correnti vallona (Parti Socialiste) e fiamminga (Socialistische Partij Anders). A partire dal 2003 i due gruppi socialisti hanno registrato un andamento altalenante, con un ottimo risultato per i socialisti francofoni nelle elezioni federali del 2010.
All’estrema destra, a partire dal 1995 si assiste invece ad un’ascesa significativa delle forze nazionaliste; in particolare, nelle ultime elezioni i nazionalisti della Nieuw-Vlaamse Alliantie di Bart De Wever hanno ottenuto 27 seggi, avanzando istanze indipendentiste sempre più plausibili.
I Verdi, infine, mantengono un peso politico limitato ma strategicamente spendibile in parlamento.