Nel 2008 la Serbia propose una risoluzione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, affinché quest’ultima richiedesse un parere della Corte internazionale di giustizia sulla questione se la dichiarazione unilaterale di indipendenza delle istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo fosse compatibile con il diritto internazionale.
Il parere della Corte del luglio 2010, adottato a maggioranza e non all’unanimità, afferma che tale dichiarazione non viola il diritto internazionale. Esso, tuttavia, non chiarisce quali siano le condizioni in base alle quali una dichiarazione unilaterale di indipendenza possa dare legittimamente origine a un nuovo stato, né se il Kosovo abbia i requisiti per essere considerato uno stato: di conseguenza, il parere non rappresenta una battuta d’arresto per il processo di indipendenza del Kosovo, ma al tempo stesso non fa venir meno la necessità di una soluzione politica della questione.
Quanto all’imprescindibile rapporto con la Serbia, quest’ultima ha proposto una seconda risoluzione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che mirava a mettere in discussione l’indipendenza del Kosovo ma che, grazie alle pressioni dell’Eu, è stata poi modificata, riconoscendo il parere della Corte e aprendo a un possibile dialogo tra Serbia e Kosovo. Tale indietreggiamento sembra confermare che la Serbia, desiderosa di aderire all’Eu, potrebbe di fatto riconoscere lo status del Kosovo in un prossimo futuro, restando però intransigente circa la rinuncia della sovranità kosovara sulla parte settentrionale della regione, a maggioranza serba, e il riconoscimento dello status extraterritoriale dei monasteri ortodossi presenti nel territorio kosovaro.