ALBEREGNO, Iacobello
Pittore, morto a Venezia prima del 14 luglio 1397, come risulta dal testamento fatto rogare dalla moglie Zanetta. È uno dei pochi "primitivi" veneziani che mostri di aver risentito dell'influsso giottesco, come prova l'unica opera firmata che si conservi di lui (Venezia, Gallerie dell'Accademia): un piccolo trittico, rappresentante nel mezzo la Crocefissione, e ai lati due santi. Questi, allungati secondo la moda bizantineggiante dei pittori lagunari; quella, più nervosa e toscaneggiante.
R. Longhi ha attribuito all'A. un paliotto con l'Apocalisse (Torcello, Museo; già in S. Giovanni Evangelista a Torcello), notandovi l'unione di elementi derivati dalla tradizione di Paolo Veneziano con altri, che indicano rapporti con Giusto de' Menabuoi.
Egli non va confuso con Pietro Alberegno, anch'egli pittore, probabilmente suo congiunto, che l'11 maggio 1394 abitava, come lacobello, in parrocchia di S. Luca.
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