ALDOBRANDINI, Iacopo
Nacque a Firenze nel 1535 da Francesco (1508-1586) e da Clarice Ardinghelli, da quel ramo di Brunetto Aldobrandini, che, alla caduta della Repubblica, aveva preferito la servitù in patria alla libertà nell'esilio. Se un'omonimia non ha indotto in errore il Litta, sin dal 13 ag. 1545 gli sarebbe stato assicurato un canonicato in S. Lorenzo, al quale egli rinunziò nel 1550 per acquisire nel 1551 un beneficio analogo nella metropolitana; fu poi pievano di S. Pietro in Bossolo, uditore della nunziatura in Toscana, vicenunzio apostolico, e, finalmente, dopo il 1585, trasferitosi a Roma, divenne referendario delle Segnature. Il 3 dic. 1589 prestò giuramento prima di assumere la carica di vicegovernatore di Ancona, quale luogotenente del governatore Virginio Orsini duca di Bracciano; poco più di un anno dopo (8 febbr. 1591), assolto con lode l'ufficio, venne nominato governatore di Fano e il 25 febbr. 1592 ne riportò attestato di onorevole servizio. Ma la sua lenta e oscura carriera doveva avere un improvvisa svolta perché pochi giorni avanti, il 30 gennaio, il cardinale Ippolito Aldobrandini, che gli era cugino in terzo grado, aveva cinto la tiara col nome di Clemente VIII. Mentre suo fratello Pietro doveva contentarsi del grado di capitano della Guardia pontificia, l'A. venne nominato (13 marzo 1592) nunzio apostolico a Napoli e, non molto più tardi (15 nov. 1593), vescovo di Troia e assistente al soglio pontificio.
Da quel momento egli resse l'ufficio senza interruzione per quasi quattordici anni, dimostrandosi negoziatore paziente e avveduto, poco sollecito delle cure della sua Chiesa (affidata, con funzioni di vicario generale, allo zelante arcidiacono Felice Siliceo), ma diligente esecutore dei mandati della Curia romana e tutore scrupoloso degli interessi ecclesiastici: l'attuazione della riforma tridentina, la repressione dell'eresia, le sottili controversie giurisdizionali, la delicata situazione del territorio beneventano, i laboriosi processi contro ecclesiastici prevaricatori forniscono materia - insieme con innumerevoli altre questioni disciplinari, patrimoniali, politiche, religiose - al fitto carteggio scambiato fra il nunzio e i più rappresentativi personaggi della Curia romana, carteggio che l'A. stesso ordinò con diligenza, serbando copia delle missive proprie e disponendo in serie cronologiche le altrui (costituisce ora le filze 192-224 nella serie I delle Carte Strozziane nell'Arch. di Stato di Firenze). La mentalità prevalentemente burocratica del nunzio, il suo difetto di cristiano zelo e di calore umano si rivelarono particolarmente in occasione dei processi per eresia e ribellione contro Tommaso Campanella e i numerosi correi della congiura calabrese del 1599, processi che vennero dibattuti davanti a un tribunale di delegati apostolici, costituito con breve pontificio dell'8 genn. 1600 e presieduto dall'Aldobrandini.
La morte di Clemente VIII, nel 1605, segnò la fine del suo incarico: ormai settantenne, "stracco e infastidito del modo del negoziare di qua ",aveva egli stesso invocato la sostituzione; il 9 dic. 1605 il cardinale Scipione Borghese, segretario di Stato di Paolo V, gli annunciava imminente l'arrivo del vescovo di Pavia, Guglielmo Bastoni, inviato a sostituirlo. Lo stesso mese, passate le consegne, il vecchio nunzio si affrettò alla volta di Firenze, e in questa città morì: si spense il 10 nov. 1606 e venne sepolto in S. Lorenzo.
Fonti e Bibl:: P. Litta, Fam. cel. ital., Aldobrandini di Firenze, tav. IV; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XXI, Venezia 1870, p. 462; V. Stefanelli, Memorie storiche della città di Troia, Napoli 1879, p. 213; L. Amabile, Fra T. Campanella, la sua congiura, i suoi processi, la sua pazzia, Napoli 1882, I, pp. 232-233; II, pp. 48 s., 119 ss.; Id., Fra T. Campanella ne' Castelli di Napoli, in Roma ed in Parigi, Napoli 1887, I, p. 19; G. Milanesi, Le Carte Strozziane del R. Arch. di Stato di Firenze,s. 1, II, Firenze 1891, pp. 206-364; V. Spampanato, Nuovi documenti intorno a negozi e processi d'Inquisizione, in Giorn. critico d. filosofia ital., V (1924), pp. 112, 219, 221; L. v. Pastor, Storia dei Papi, XII, Roma 1930, p. 227; Dict. d'Hist. a de Géogr. Ecclés., II, coll. 57 s.