AMIGONI, Iacopo
Pittore veneziano, nato nel 1675, e formatosi a Venezia. Visitò Roma e forse anche le Fiandre. Infine sentì la maniera dei pittori francesi galanti, e ne fuse gli elementi con quelli veneti assorbiti da Sebastiano Ricci, dal Piazzetta e dal Tiepolo. Fece una pittura aggraziata e agghindata, di senso decorativo, ma non esente da caratteri di accademia; egli non giunse al brio sottile e alla levità formale dei francesi che l'impressionarono, pur riducendo a sapor d'arcadia ogni storia, sacra e profana. Fu lungamente lontano dall'Italia. Dopo aver viaggiato per la Germania e aver dimorato a Monaco, nel 1729 era a Londra e nel 1736 a Parigi. Di qui nel 1739 tornò a Venezia, dove fece un dipinto per San Stae, uno per la Salute e due pale con la Visitazione e S. Francesco di Sales per la chiesa della Fava. Nel 1747 fu chiamato in Spagna quale pittore di corte, e molto vi dipinse, specie per i palazzi di Aranjuez e del Buen Retiro. Dei quadri da cavalletto di questo tempo van ricordati i tre del Prado rappresentanti storie di Giuseppe, e il re Ferdinando che riceve le chiavi di Siviglia. Fece un soffitto nel castello di Nymphenburg, e a Monaco sono parecchi suoi quadri d'altare nella Frauenkirche e altrove. Altre cose si conservano a Schleissheim, ad Augsburg e nei musei di Lipsia, di Francoforte, di Brunswick e di Darmstadt. Altre decorazioni di palazzi fece in Inghilterra, dove si trasferì nel 1729 e dove fu apprezzatissima la sua attività di ritrattista prediletto dal mondo aristocratico ed elegante. Ed ivi dipinse anche nel teatro del Covent Garden. Altri ritratti eseguì per l'imperatore di Germania, per Pietro il Grande di Russia e per l'imperatrice. Molte opere dell'A. furono incise dal Volpato, dal Wagner, dal Bartolozzi e da altri. Alcune invenzioni furono però incise dallo stesso autore; e sono citate dal Bartsch, dallo Zani, dal Künstlerlexikon dei Meyer. In tutto non superano i dieci pezzi. Ricordiamo per ultimo, perché citato dalle carte algarottiane, un quadretto delle gallerie di Venezia: Anzia ed Abrocome, troppo tiepolesco per essere dell'A.
Bibl.: P. Kristeller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907; G. Fogolari, Dipinti veneziani settecenteschi della Galleria del Conte F. Algarotti (Amigoni e Pittoni), in Boll. d'arte, 1911, pp. 311-317; H. Voss, Jacopo Amigoni u. d. Anfänge d. Malerei d. Rokoko in Venedig, in Jahrb. d. preuss. Kuustsamml., XXXIX (1918), pp. 145-170; U. Ojetti, G. Dami, N. Tarchiani, La pittura del Seicento e del Settecento alla mostra di Palazzo Pitti, Milano-Roma 1922.