ALBERTAZZI, Iacopo Antonio
Nacque a Vogogna nell'Ossola inferiore nel 1728. Studiò a Milano: lettere e filosofia a Brera; più tardi giurisprudenza nelle Scuole palatine. Ritornò a Domodossola nel 1752 per dedicarsi all'avvocatura sotto la guida del padre giureconsulto. Qualche anno dopo, fatto segno di panicolare fiducia da parte dei suoi concittadini, difese con successo a Torino il territorio di Vogogna contro le vicine comunità. Durante i lunghi mesi di soggiorno torinese, perfezionò la sua preparazione giuridica, addottorandosi.
Particolare fu in lui l'inclinazione per la vita familiare e domestica: la sua vita privata, volta all'educazione di numerosi figli, e la sua opera ci attestano la profondità di questo suo interesse. Non è possibile stabilire la data di morte.
Solo in età avanzata, intorno al 1790, l'A. scrisse la sua unica opera, un trattato di agricoltura e di economia domestica, Il padre di famiglia in casa ed in campagna (Vercelli 1790-91, voll. 3).
L'opera tratta di argomenti diversi attinenti alla vita agreste ed alla coltivazione ella terra, e in ultimo della caccia e della pesca. L'A. mostra di essere ben informato delle principali questioni nè manca di critica, specie là dove confuta la scuola di Francesco Bertolozzi a proposito della coltivazione del gelso, o di sensibilità verso problemi che riflettono gli studi della scienza settecentesca, apparendo sostenitore delle teorie dell'abate Giuseppe Toaldo, che già da un ventennio andava dimostrando l'importanza e l'utilità della meteorologia applicata all'agricoltura. Ma, accanto a spunti interessanti e moderni, risaltano pregiudizi di antica data che l'A. aveva in parte assimilato dalla lettura di Agostino Gallo e Casimiro Affaitati. L'opera dell'A. vuole tuttavia avere un intento più vasto, fornendo, accanto ai precetti di agricoltura, un vero e proprio insegnamento morale, che, nell'ambito della dottrina cristiana, riprende dai classici georgici greci e latini i motivi idillici dell'amore della natura e della quiete della vita campestre e familiare. Chiude il trattato un compendio di storia sacra dal Bossuet. L'interesse che l'opera suscitò è attestato dalle numerose edizioni curate ancora nel corso del sec. XIX.
Bibl.: F. Scacciga della Silva, Vite di Ossolani illustri, Domodossola 1847, pp. 307-320.