APPIANI, Iacopo
Nacque, Cosimo Iacopo, nel 1581 da Alessandro, e da Isabella de Mendoza; assunse il nome di Iacopo (e fu settimo di tal nome) quando, nel 1590, dagli Spagnoli fu investito del feudo di Piombino come legittimo successore del padre ucciso in una congiura. Data la sua giovane età, fu nominato suo tutore il nonno matemo, don Pietro de Mendoza, ambasciatore di Filippo II presso la Repubblica genovese. L'A. visse quasi sempre a Genova, nonostante le ripetute ambascerie dei Piombinesi, che desideravano averlo in patria. Di salute malferma, vide appuntarsi sul suo dominio molteplici mire: nel 1592 il cugino Giambattista Appiani cercò invano di escluderlo dalla successione, mentre la corte di Spagna tentava presso l'A. di ottenere la cessione del dominio, offrendogli un compenso nel regno di Napoli, e Ferdinando I di Toscana strappava all'imperatore Rodolfo II, in cambio di aiuti di denari e di truppe per la lotta contro il Turco, la promessa dell'investitura dello stato degli Appiani in caso di devoluzione all'impero. Nel febbraio del 1594 l'A. ebbe da Rodolfo II conferma del feudo eretto in principato e l'elevazione di Populonia in marchesato, atto che voleva essere una riaffermazione dei diritti dell'impero su quel feudo di fronte alle pretese spagnole. Nel giugno dello stesso anno da Genova l'A. vietò ai forestieri di acquistare nei suoi domini beni stabili.
Nel 1602 l'A. sposò Bianca Spinola di patrizia famiglia genovese; morì il 5 genn. 1603 a Genova senza lasciare eredi.
Fonti e Bibl.: P. Litta, Fam. cel. ital., I, tavv. II s.; A. Cesaretti, Istoria del Principato di Piombino, Firenze 1789, pp. 195-197; G. Ninci, Storia dell'isola d'Elba, Portoferraio 1815, pp. 111-118; L. Cappelletti, Storia della città e stato di Piombino..., Livorno 1897, pp. 271-288; N. Giorgetti, Le armi toscane e le occupazioni straniere in Italia, I, Città di Castello 1916, pp. 334, 414; O. Pastine, Genova e gli ultimi Appiani, in Giorn. storico e letterario della Liguria, n. s., X (1934), pp. 170-173.