ARNOLFINI, Iacopo
Nacque a Lucca, dove fu battezzato l'8 maggio 1494, da Battista e da Margherita di Iacopo da Ghivizzano. Le poche testimonianze rimaste della attività commerciale dell'A. fanno pensare che essa sia stata di importanza notevole. A Lucca, a Lione e ad Anversa egli fu presente sia come membro principale di compagnie commerciali, sia come socio di altre compagnie lucchesi. A ventitre anni aveva già fondato ad Anversa la compagnia "Iacopo Arnolfini, Niccolò de Nobili e C."; nel 1517, Gaspar Ducci, allora all'inizio della sua lunga carriera finanziaria, era agente della compagnia su quella piazza, ed acquistò per conto di questa articoli di lana inglese da John Gresham, agente ad Anversa di Richard Gresham. In seguito gli Arnolfini acquistarono ad Anversa la casa che era stata dei Frescobaldi. Ignoriamo quale sia stato il destino ulteriore della compagnia, che non si trova più menzionata, assieme alle altre case lucchesi, nei registri della camera dei conti di Anversa del 1543-45.
Durante questo periodo, nessun fatto rivelatore appare nel movimento degli investimenti immobiliari dell'A. a Lucca, che, sembrano ridursi ad un acquisto di terreni in Orbicciano, effettuato nel 1522, e ad una vendita, a Filippo Calandrini, di immobili provenienti dall'eredità dell'avo materno Iacopo da Ghivizzano.
Nel 1543 fece un primo testamento in cui nominò eredi i figli Vincenzo, Francesco, Silvestro e Giovan Battista. Nel 1544 agiva a Lucca come procuratore del cardinale Giovanni Salviati, per conto del quale concesse a livello con facoltà di affrancare, a Vincenzo Spada, una pezza di terra sita in Lucca in contrada S. Maria Foris Portam. Nel 1545 permutò alcune sue proprietà site in Massa Pisana con terreni appartenenti alla Pieve di San Giorgio di Vicopelago. Nello stesso anno, probabilmente a titolo di procuratore della cugina Elisabetta Arnolfini, vedova di Girolamo Franciotti, ricevette da "Bartolomeo Cenami (sic); ma forse Arnolfini) e Bonaventura Michaeli e C." il pagamento di una pezza di terra che Elisabetta aveva venduto a Girolamo Arnolfini. Ancora nello stesso anno l'A. si associò con il cugino Bartolomeo di Lazzaro Arnolfini per acquistare un importante complesso di immobili da Alberto di Giovanni Arnolfini. Questa proprietà rimase indivisa fino al 1561, quando fu redatto l'atto di divisione con gli eredi di Bartolomeo.
In questi stessi anni l'A., che dimorò quasi ininterrottamente a Lucca, collaborò come socio minore all'attività delle compagnie Arnolfini-Franciotti-Gabrieli-Michacli-Penitesi di Anversa e di Lione. A Lucca diresse la società "Iacopo Arnolfini e Lodovico Penitesi e C.", di cui ignoriamo la data di costituzione. Le ultime tracce della sua attività economica a Lucca riguardano nuovi investimenti immobiliari: nel 1546 la concessione in affitto di un suo podere; nel 1556 l'acquisto di un podere in Sant'Alessio, da Lodovico Guidiccioni; nel 1560 l'acquisto di una casa a Lucca in contrada San Giusto, per 200 scudi, da Leonillo di Agostino da Ghivizzano; nel 1563 l'acquisto di terreni in comune di Colle di Compito, per 268 scudi d'oro, effettuato in società con Francesco di Paolino Mazzei.
L'A. eseguì anche numerose missioni diplomatiche al servizio della Repubblica di Lucca. A partire dal 1527, in cui fu per la prima volta gonfaloniere di giustizia, esercitò questa carica altre quattro volte: nel 1545, nel 1557, nel 1564, e nuovamente nel 1570.
Nel 1530 fu incaricato dal Consiglio generale di Lucca, assieme a Girolamo Collodi e a Filippo Calandrini, di occuparsi dei doni da presentare a Carlo V al suo passaggio per Pistoia. L'anno seguente, durante la sollevazione degli "straccioni", fu condannato a due anni di esilio dal territorio della Repubblica, per avere parlato in Senato contro il partito popolare.
Tornato a Lucca dopo la repressione del movimento fu inviato, nell'aprile 1536, assieme a Biagio Mei, come ambasciatore per incontrare a Siena Carlo V reduce dalla spedizione di Tunisi (31 maggio-12 agosto 1535).
Le ragioni di questa missione consistevano nell'apprensione generata a Lucca dalla notizia delle prossime nozze tra Alessandro de' Medici e Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, che i Lucchesi temevano dovessero preludere alla prossima annessione della Repubblica al ducato di Firenze. Gli ambasciatori portarono a Carlo V l'invito a recarsi a Lucca, che l'imperatore accettò, fissando il suo passaggio al 6 maggio.
Il 13 apr. 1540 l'A. fu eletto a far parte di una commissione per il censimento dei beni delle chiese e luoghi pii, in vista dell'imposizione di una tassa sui beni ecclesiastici. Nel maggio 1543 fu inviato assieme a Vincenzo Buonvisi come ambasciatore a Carlo V a Genova per consegnare all'imperatore 8.000 scudi, parte di una somma maggiore che era stata chiesta alla Repubblica. Nel 1549, quale ambasciatore presso il pontefice Paolo III, discusse questioni relative al decreto pubblicato a Lucca contro gli eretici. Tra il 21 ott. 1550 e il 7 luglio 1551 fece parte della commissione che riformò gli statuti della Gabella maggiore di Lucca. Nel 1554 fu eletto procuratore dalla comunità di Montignoso, per trattare le questioni che la opponevano alla comunità di Massa di Luni. Nel 1559 fu inviato ambasciatore a Firenze. Nel 1561 fece parte dell'Offizio di Religione, creato per arginare la diffusione dell'eresia, e soprattutto per prevenire la tanto minacciata introduzione a Lucca del Tribunale dell'Inquisizione. Nel 1564 fu di nuovo ambasciatore a Firenze. L'anno seguente era rettore dell'Ospedale della Misericordia di Lucca. Morì tra il 1570 e il 1577.
Aveva sposato nel 1512 Caterina Bartolomei, dalla quale ebbe due figlie e cinque figli: Maria, nel 1540 andò sposa a Pietro di Damiano Bernardini; Zabetta, nel 1550 a Vincenzo Carincioni; Michele fu frate, mentre Vincenzo (1515- ?), Francesco (1518- ?), Giovan Battista (1524- ?) e Silvestro(1525- ?) succedettero al padre nell'impresa commerciale lucchese.
Bibl.: Lucca, Bibl. Governativa, ms. 1102, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucrhesi: Famiglia Arnolfini (1241-1650), ff. 970, 976, 982-993, 1050, 1082-1097, 1105-1119; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca dall'anno 1004 all'anno 1700, a cura di C. Minutoli, in Arch. stor. ital., s. 1, X (1847), suppl., p. 225; C. Eynard, Lucques et les Burlamacchi. Souvenir; de la Réforme en Italie, Paris-Genève 1848, pp. 46-65, 180, 188-190; S. Bongi, Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, I,Lucca 1872, p. 282; II, ibid. 1876, p. 37; F. Tocchini. Note sulla riforma a Lucca dal 1540 al 1565, in Bollett. stor. lucchese, IV (1932), p. 98; Inventario del R. Arch. di Stato di Lucca, V, Arch. Gentilizi,parte I, Arch. Arnolfini, Pescia 1935, p. 13; J. Goris, Colonies marchandes à Anvers (1488-1567), Louvain 1925, p. 375; R. Ehrenberg, Le siècle des Fugger, Paris 1955, pp. 149, 153 s.