AVANZI, Iacopo
Bolognese, di lui possediamo una sola opera firmata, e cioè una Crocifissione su tavola (cm. 80 per cm 60), conservata nella Galleria Colonna a Roma. L'A. è citato in due documenti bolognesi del 1375 e 1377. Un documento del 1384 testimonia di un pagamento a lui fatto per uno smalto dipinto. Esistono inoltre due documenti che non è certo si riferiscano all'A.: uno del 1395 che lo farebbe supporre in età non più giovane; il secondo del 1396. Il pittore morì il 21 genn. 1416.
Il nome dell'A. andò a lungo confuso con quello di Iacopo de' Bavosi, le cui opere attestano tutt'altra personalità, ora ben definita dalla critica; e, peggio, fu confuso (da M. Savonarola, dal Michiel e dal Vasari) con l'Avanzo, certo vicentino, attivo a Verona, Vicenza e Padova. Non si può, tuttavia, chiudere ogni adito alla supposizione che il Bolognese fosse attivo anche nel Veneto, se, fin dal Quattrocento, troviamo il suo nome confuso con l'Avanzo veneto (come del resto lascia anche sospettare la notizia della morte, avvenuta forse nel Veneto).
La Crocifissione della Galleria Colonna (firmata: "Iacobus de avanciis de bononia f.") è opera, per Bologna, singolare, sembrando, più che l'ambiente non lo consentisse, ispirata a qualche esemplare del purissimo naturalismo toscano, per la insueta fermezza plastica dei volumi; e non è pertanto improbabile che essa passi l'annuale del 1400. Simili caratteristiche mostra un'altra Crocifissione, in pessime condizioni, esistente nel santuario di via Cestello a Bologna. Una terza Crocifissione infine, già al sommo di un polittico, nella Pinacoteca Bolognese (n. 160), si rivela forse della stessa mano, come già vide il Cavalcaselle. Dubbia una Crocifissione attribuitagli alla mostra bolognese del 1950 (di propr. Silberman a New York) e un'altra ancora della Galleria nazionale di Praga. Il Toesca propone di ravvisare, in certe Storie dell'Antico Testamento già nell'oratorio di Mezzaratta a Bologna e nelle Storie di s. Giacomo nell'omonima cappella al Santo di Padova, la mano dell'A. (e gli toglie invece il citato affresco del santuario del Cestello).
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le vite... con nuove annot. e comm. di G. Milanesi, III, Firenze 1878, pp. 628, 634; [M. Michiel], Notizia d'opere di disegno pubblicata da I. Morelli, Bologna 1884, pp. 10,12, 78; G. B. Cavalcaselle - J. Crowe, Storia della pittura in Italia, IV, Firenze 1887, pp. 77 ss.; F. Malaguzzi Valeri, Documenti, in Arch. stor. dell'arte, VII (1894), p. 370; M. Savonarola, Libellus de magnificis ornamentis regie civitatis Padue, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XXIV, 15, a cura di A. Segarizzi, pp. 13, 44, 45; A. Venturi, Storia dell'arte ital., V, Milano 1905, p. 945; R. Baldani, La pittura a Bologna nel sec. XIV, in Documenti e studi della R. Deputazione di storia patria per la Romagna, III(1908), pp. 432, 440-53, 459, 470; F. Filippini, J. A. pittore bolognese del 1300, in Atti e mem. d. R. Deputaz. di st. patria per le prov. di Romagna, s. 4, II (1912), pp. 397-432; R. van Marle, The development of the Italian schools of painting, IV, The Hague 1924, pp. 414 s.; R. Bratti, Notizie d'arte e d'artisti, in Miscell. della R. Deput. di storia patria per le Venezie, IV(1930), p. 6; W. Arsian, Jacopo de' Bavosi e J. A., in Il Comune di Bologna, XVIII(1931), I, pp. 13-24; L. Coletti, Altichiero e Avanzo, in Riv. d'arte, XIII(1931), pp. 315 ss., n. 1; W. Arslan, Il crocifisso del Santuario in via Cestello dipinto da J. A., in Il Comune di Bologna, XVIII(1931), p. 19; F. Filippini, Per la storia dell'antica pittura bolognese, ibid., p.817; R. Longhi, Momenti della pittura bolognese, in L'Archiginnasio, XXX(1935), p. 118; F. Filippini-G. Zucchini, Miniatori e pittori a Bologna, Firenze 1947, p. 131; G. Fiocco, Le pitture venete del Castello di Konopiste, in Arte Veneta, II(1948), p. 16; R. Longhi, La Mostra bolognese del Trecento, in Paragone, I(1950), n. 5, p. 18; Guida alla Mostra della pittura bolognese del Trecento, Bologna 1950, p.36; P. Toesca, Il Trecento, Torino 1951, pp. 745 ss., 786; P. Pettenella, Altichiero e la pittura veronese del Trecento, Verona 1961, p. 38, n. 74.