BECCARI, Iacopo Bartolomeo
Chimico, naturalista e medico, nato a Bologna il 25 luglio 1682. Collega di Morgagni e di Manfredi nell'Accademia degl'Inquieti, fu fra coloro che maggiormente contribuirono allo sviluppo scientifico di questa società che poi, per opera e munificenza del celebre conte Marsigli, si trasformò nell'Accademia dell'Istituto di Bologna. Nel 1709 era professore di logica nell'università, dal 1712 di medicina. Fu anche professore di fisica, e dal 1737 di chimica, occupando la prima cattedra distinta di questa scienza che sia stata stabilita in Italia. Nel 1723 succedette al Valsalva nella carica di presidente dell'Accademia dell'Istituto. Morì nel 1766, sembra il 30 gennaio.
I meriti scientifici del B. si estendono a varie discipline: in quelle mediche sono da ricordarsi i Consulti medici (voll. 3, Bologna 1777-1781), la De longis ieiuniis dissertatio (in appendice al De Servorum Dei beatificatione et Beatorum canonizatione del cardinale Lambertini, Padova 1743), gli studî su questioni relative alle funzioni sessuali, come l'impotenza, le papille della corona glandis (cfr. Baglioni, in Archivio di storia della scienza, 1925). Di grande interesse sono i suoi lavori di chimica (cfr. Guareschi, in Supplemento all'enciclopedia di chimica, 1909): fece accurati studî sulla fosforescenza che vennero ricordati continuamente e con onore durante tutto il sec. XVIII; studiò l'azione della luce sui sali di argento e in generale sui colori e i tessuti (De vi, quam ipsa per se lux habet, non colores modo, sed etiam textarum rerum, salvis interdum coloribus, immutandi, Bologna 1757). Interessanti anche i suoi studî sul frumento, nei quali, fra l'altro, dimostra che nella farina vi sono essenzialmente due sostanze: quella glutinosa e quella amidacea. Anche il latte fu oggetto di suoi studî accurati.