BERNARDI, Iacopo
Nato a Follina (Treviso) il 19 dic. 1813, da Bernardo e da Caterina Soranzo, discendeva da nobile famiglia fiorentina. Seguì gli studi classici presso il seminario di Ceneda e poi a Padova dove si laureò il 4 apr. 1837. Non ancora ventenne, insegnò letteratura nel seminario di Ceneda; nel 1840 accompagnò mons. A. Gava., vescovo di Ceneda, a Roma, ove venne presentato al pontefice Gregorio XVI.
Nel 1842 partecipò al congresso degli scienziati tenuto a Padova e nel 1845 a quello tenuto a Napoli: in quest'ultimo intervenne a proposito delle istituzioni caritatevoli, sulle condizioni dei lavoratori della terra, sulla colonizzazione delle terre lombarde (cfr. Atti della settima adunanza degli scienziati italiani., Napoli 1846, pp. 435, 455, 482). Socio dell'Ateneo veneto nel 1844, trattò con sollecitudine della classe più bisognosa con studi e discorsi (cfr. le memorie: La pubblica beneficenza ed i suoi soccorsi alla prosperità fisica e morale del popolo, Venezia 1845; Suparecchi provvedimenti richiesti dal miglior interesse de' Filandieri, e per essi, degli agricoltori e del popolo, Treviso 1846). Nel 1847 fu prescelto dall'autorità ecclesiastica per la predicazione quaresimale a Capodistria: qui ottenne vivi successi.
Frutto di questo viaggio sono dodici Lettere sull'Istria, indirizzate al conte F. Sanseverino Vimercati e pubblicate sulla Rivista europea di Milano, negli Annali universali di statistica e nell'Annuario italiano (tutte le lettere furono in seguito da lui raccolte in volume nel 1866).
Nel 1848-49 il B. fu a Venezia dove N. Tommaseo gli affidò l'insegnamento di filosofia teorico-pratica al liceo di S. Caterina; durante l'assedio della città si prodigò presso i soldati come cappellano militare. Caduta Venezia, rientrò. a Follina, dove si dedicò nuovamente allo studio pubblicando il Saggio di studii sulla podestà patria e sull'educazione, Venezia 1850. Chiamato a predicare a S. Lorenzo a Firenze (1851), durante la sua assenza la polizia perquisì la casa a Follina: ciò lo indusse a non rimpatriare più e a chiedere asilo al Piemonte. Dopo una breve permanenza a Torino nella casa di Federico Sclopis (dove conobbe Berti, Carutti, Paleocapa, Boncompagni, ecc.), accettò l'invito di mons. L. Renaldi, vescovo di Pinerolo, di recarsi in questa città, come suo segretario, e poi come direttore degli studi nel collegio vescovile, professore di lettere e filosofia nel liceo, di storia ecclesiastica ed eloquenza al seminario, delegato scolastico,. vicario generale e infine capitolare della diocesi.
Furono per il B. anni di grande attività particolarmente in campo scolastico (fu presidente della Lega italiana per gli studi sull'infanzia, promosse asili d'infanzia, collaborò a giornali e riviste pedagogiche e di cultura, quali L'Istitutore del Berti, Enrico Pestalozzi, L'Eco delle Alpi Cozie, Annotatore friulano, Gazzetta piemontese, ecc.), ma furono anche anni ricchi di fervidi contatti con gli spiriti più illuminati del Piemonte moderato, di amicizia con educatori come F. Aporti, R. Lambruschini, V. De Castro, N. Tommaseo, ecc., con uomini politici, giornalisti e letterati e anche anni di studio, il cui frutto più maturo e completo fu lo scritto su Vittorino da Feltre. Fu in corrispondenza con Amedeo d'Aosta, con la duchessa Maria Cristina della Cisterna; lettere affettuose gli scrissero Vittorio Emanuele, Umberto e Margherita di Savoia. Numerosi furono anche i riconoscimenti che il B. ottenne in questi anni: nel 1858 fu nominato socio corrispondente della Deputazione di storia patria di Torino, e incarichi e onori (tra cui il seggio in senato) gli furono offerti dal governo piemontese. Il suo nome è oggi legato alla casa di riposo di Pinerolo, che venne da lui fondata come ricovero di mendicità nel 1859.
Nel 1877 il B. fece ritorno a Venezia: qui si dedicò particolarmente all'apostolato e alle istituzioni di beneficenza, sia come presidente della Congregazione di carità sia come membro influente di altre istituzioni caritatevoli. Morì a Follina il 9 ott. 1897.
L'elenco della vastissima bibliografia del B., che va dalle biografie ai versi, dalla storia alle edizioni di testi e alle traduzioni, è in L'opera cinquantenaria della R. Deputazione di storia patria di Torino, a c. di A. Manno, Torino 1884, pp. 159-171. Tra gli scritti pubblicati dopo il 1884si ricorda l'edizione dei testamento di Marsilio da Carrara (Venezia 1889), Schiarimenti storici sul testamento di Marsilio da Carrara (in Ateneo veneto,s. 4, XIV [1890], pp. 23-35)e Vincenzo De Vit. Ricordi biografici (ibid., s. 4, XVI [1892], pp. 232-235). Per l'interesse autobiografico si ricorda anche il volume del B., Affetti e dolori. Alla memoria di una madre, Pinerolo 1860. Il suo carteggio con il conte Prospero Antonini è conservato presso il Civico Museo Correr a Venezia; quello con C. Percoto e altri friulani presso la Biblioteca Civica di Udine; lettere del B. trovansi nel Museo Civico di Padova (carteggio Volpe-Cavalletto) e nella Raccolta Piancastelli di Forlì; lettere a Niccolò Tonunaseo sono state pubblicate da F. Musesti, Fede, patria e scuola nelle lettere di I. B. a N. Tommaseo, Venezia 1909.
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