CRESCINI, Iacopo
Nacque a Padova il 4 dic. 1798.
Educato allo studio dei classici sotto la guida di Giuseppe Barbieri, il C. rivelò assai presto doti poetiche pubblicando un Saggio di Anacreontiche (Padova 1817) e il poemetto in versi sciolti L'educazione (ibid. 1818). La benevola accoglienza riservata dai critici ai suoi versi non lo allontanò tuttavia dalla cura della tipografia familiare, che godeva a Padova di una certa notorietà.
Negli anni successivi la produzione poetica del C. si rivolse rincipalmente a temi encomiastici e d'occasione;scrisse infatti La patria gratitudine (ibid. 1822) per il busto eretto al Petrarca nel duomo di Padova; una Canzone (ibid. 1823) dedicata a Carlotta Marchionni; e poesie varie in occasione di nozze, lauree, ed eventi pubblici locali. Nello stesso tempo si dedicò alla composizione di tragedie, dando alle stampe nella Raccolta teatrale di A. Bazzarini (Venezia 1824) le "azioni tragiche" La Gelcossa ed Il Solitario, la prima delle quali s'ispira ai canti epici di Ossin e mostra come i C., allora sostenitore del classicismo, fosse attratto anche dalla poesia notturna e sepolcrale vicina al gusto romantico.
Nel 1826 sposò Adele Meneghini, discendente per parte di madre da una nobile famiglia russa, e già avviata ad una promettente carriera di cantante. Il palazzo a S. Lorenzo, dove la coppia risiedeva, divenne presto un luogo di ritrovo per gli artisti e i letterati del tempo: il Prati, il Dall'Ongaro, il Fusinato ed altri intervenivano assiduamente alle riunioni che si svolgevano in casa del C., spesso allietate dalle melodie e dalla voce affascinante della giovane Adele.
Il C. tentò di consolidare la propria fama di poeta con un'opera di vasto respiro, Caino (Padova 1826) in tre canti di terzine, nel quale i critici dell'epoca notarono una troppo palese imitazione del modello fornito dalla Bassvilliana del Monti.
Apertamente schierato con i classicisti, come testimoniano le sue scelte stilistiche, il C. risentiva ancora di un'educazione culturale improntata alla tradizione classica ed accademica, che nel Veneto perdurava tenacemente contro le tendenze innovatrici divulgate dai romantici. La lenta assimilazione dei nuovi principi estetici contenuti nel programma romantico, alla quale probabilmente contribuì l'amicizia con i poeti della generazione successiva (il Fusinato, l'Aleardi, il Prati), condurrà più tardi il C. ad assumere un atteggiamento favorevole verso il romanticismo, che influenzerà positivamente la sua attività letteraria.
Non si conosce la data in cui il C. si trasferì a Venezia con la moglie che, perfezionati gli studi musicali, cominciò ad esibirsi in pubblici concerti ed ottenne rapidamente un notevole successo. Divenuta ormai una celebre cantante, Adele fu invitata sui palcoscenici delle principali città europee e, accompagnata dal marito, collezionò una lunga serie di trionfi, suscitando ovunque l'applauso entusiasta delle platee. Intanto il C. - dopo aver pubblicato un volume illustrativo sui luoghi caratteristici di Venezia, Itinerario interno e delle isole di Venezia (Padova 1831; 2 ediz., ibid. 1832, accresciuta con la storia dei dogi della Repubblica veneta), e la raccolta di liriche Poesie (Venezia 1835) - componeva i melodrammi Don Chisciotte (Milano 1836) e I briganti (ibid. 1837), musicato da Saverio Mercadante ed ispirato ai Masnadieri di Schiller.
In seguito alla morte della moglie (avvenuta durante una tournée in Russia, il 26 marzo 1838 a "Touligolowy nell'Ucraina": Cimegotto, p. 58) ritornò a Padova e, trascorso qualche anno, sposò Margherita Scheh dalla quale ebbe una bambina, Amalia. Nel 1841 uscì a Padova una nuova raccolta di poesie con il titolo Versi;l'anno successivo il C. stampò sempre a Padova l'Eudossia. Racconto storico in dieci canti.
Nell'Eudossia il C. rinnega il suo passato di acceso denigratore del romanticismo e si adegua ai canoni della poetica romantica. Ambienta, infatti, la vicenda del racconto in un remoto periodo storico, ispirandosi ad un episodio narrato nella Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano di E. Gibbon; inserisce sulla base storica il drammatico tema di un amore contrastato e ricorre ad immagini desunte dal repertorio tradizionale romantico come il chiostro e lo spettro dell'amante, che appare in sogno alla sconvolta Eudossia.
Il C. condivise anche le rivendicazioni politiche sostenute dai romantici ed appoggiò la causa dell'indipendenza italiana; direttore ed editore dei periodici di tendenza moderata, l'Euganeo (1844-1848) ed il Caffè Pedrocchi (1846-1848), al quale collaboravano il Tommaseo, il Prati, il Fusinato ed altri, aderì al nuovo corso di maggior impegno politico, che il Caffè Pedrocchi inaugurò durante i moti insurrezionali del 1848; i giornali sospesero le pubblicazioni con il ritorno degli Austriaci a Padova.
Di natura impressionabile ed emotiva, il C., dopo il fallimento della rivoluzione del 1848, manifestò segni di squilibrio mentale; tormentato dal rimorso di essersi compromesso con il partito liberale ed oppresso dalla rigida sorveglianza della polizia austriaca, tentò varie volte il suicidio.
Fu rinchiuso nell'ospedale di Padova dove morì il 29 giugno 1848.
Fonti e Bibl.: Bassano del Grappa, Bibl. civica, 2901-2107: Lettere di I. Crescini. Lettere a B. Gamba (Padova 1825-1830); Ibid., 2927-2929: Lettere di I. Crescini a G. Bombardini [Padova 1826]; N. Tommaseo e G. Capponi, Carteggio inedito, a cura di I. Del Lungo-P. Prunas, Bologna 1911, 1, p. 471; II, pp. 328-267; Biblioteca italiana, XIII (1828), 51, pp. 328-344 (rec. al Caino); G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 304-308;C. Leoni, in Riv. europea, I (1843), pp. 309-313 (rec. all'Eudossia); E. A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, pp. 290, 445;C. Cimegotto, A. Fusinato, Padova 1898, pp. 56-60; E. Ventura, I. C. e G. Coletti, Treviso 1904; C. Giordano, Giovanni Prati, Torino 1907, pp. 146-156; G. Gambarin, La polemica classico-romantica nel Veneto, Venezia 1912, pp. 51 ss.; G. Quarantotti, Le origini e i primordi del giornale letterario triestino, in La Favilla, s. 3, X (1923), p. 191; Diz. encicl. della lett. italiana, Bari 1966, p. 155; G. Mazzoni, L'Ottocento, I, Milano 1973, ad Indicem.