BRIZI, Iacopo di Buccio (Iacobus Bucii de Britiis)
Forse originario di Teramo, era decano di Aquino allorché fu creato vescovo di questa città da papa Martino V (13 nov. 1420). Il 28 nov. 1420 fu nominato vicerettore "nello spirituale e nel temporale" della provincia di Campagna e Marittima, nel dominio pontificio. Da questo momento la sua breve carriera al servizio del governo temporale della Chiesa fu tutta intesa ad attuare la politica avviata da Martino V per la restaurazione della autorità legittima sui territori di dominio pontificio. Il 31 luglio 1421egli fu autorizzato a esigere un contributo caritativo dagli abitanti della provincia; un anno dopo, il 31 luglio 1422, fu chiamato ad assumere il controllo di tutte le terre e di tutte le fortezze appartenenti al monastero di Montecassino, sebbene si trattasse di centri e di località situate al di fuori dello Stato della Chiesa, e poste entro i confini del Regno di Napoli.
Nella bolla di nomina si faceva menzione, in modo particolare, della cittadina di Pontecorvo. Il B. riuscì a soffocare completamente la rivolta scoppiata nel piccolo territorio di Cervaro (Cassino). Tuttavia il presule, che poteva disporre di forze assai limitate, non poté scacciare dalla regione il principale usurpatore dei diritti del monastero, lo sregolato Cecco Bianco da Piedemonte.
Il 13 marzo 1423 il B., pur conservando il titolo e le funzioni di vescovo di Aquino, fu nominato castellano della rocca papale di Spoleto, fortezza assai importante dal punto di vista strategico. Il ducato di Spoleto, di cui essa era la principale piazzaforte, costituiva infatti l'unica provincia pontificia che fosse posta, a guisa di enclave, tra i domini della Chiesa in Umbria, allora retti, in qualità di vicario papale, da Braccio da Montone, e la regione dell'Aquila, appartenente al Regno di Napoli, della quale ancora Braccio era governatore in nome della regina Giovanna II.
La rocca di Spoleto era stata tenuta, prima della nomina del B., dal mercante senese lacopo di ser Marco, come pegno per un prestito di 11.000 fiorini da lui concesso al pontefice; e solo quando, nel febbraio del 1423, in Siena, il prestito venne restituito, per conto di Martino V, al mercante, questi venne invitato a dare istruzioni al suo castellano Bindo de' Tolomei (che era genero di Iacopo di ser Marco), perché consegnasse la fortezza al Brizi.
Nell'aprile del 1423 il B. scoperse e sventò una congiura ordita per consegnare la rocca di Spoleto a Braccio da Montone; pochi mesi più tardi dovette fronteggiare un'insurrezione che, scoppiata nella città il 13 di agosto, venne soffocata da Ludovico Colonna, prontamente inviato sul posto con un contingente di mercenari pontifici da Martino V. Il cronista Zampolini attribuisce le cause di questa rivolta all'azione spiegata dal B. per incoraggiare i nobili di parte ghibellina ad attaccare gli esponenti di parte guelfa.
Tre settimane dopo che Braccio da Montone era stato disfatto e gravemente ferito nella decisiva battaglia dell'Aquila (2 giugno 1424), il B. fu nominato governatore e locumtenens di Spoleto, conservando anche la castellania della rocca (24 giugno 1424). Quattordici giorni dopo, il 7 luglio, era trasferito dalla sede episcopale di Aquino a quella di Spoleto, dove succedette al famoso canonista Iacopo de Camplo, referendario pontificio e già vescovo di Penne, che era stato a sua volta trasferito a dirigere la diocesi di Carpentras. Che in una sola persona si assommassero una carica spirituale e una temporale - come fu allora per il B. - non era, durante quest'epoca, cosa insolita negli Stati di dominio pontificio. Sembra tuttavia che il presule non sia stato in seguito interessato, dal punto di vista politico-amministrativo, se non a compiti di minore importanza, quali la raccolta dei subsidia dovuti dalla città di Spoleto alla Camera apostolica.
Il B. morì nei primi mesi del 1427.
Il B. è stato spesso confuso, nella storiografia moderna, col più noto Iacopo de Camplo, il prelato cui successe come vescovo di Spoleto, morto a Carpentras nel 1425.
Fonti e Bibl.: Arch. Segr. Vaticano, Reg. Vat. 349, f. 228v; Spoleto, Arch. stor. del Com., Riformaz.,ad annos; Ibid., Pergamene, n. 353; P. Zampolini, Ann. di Spoleto, a cura di A. Sansi, in Doc. stor. ined. in sussidio allo studio delle mem. umbre, Foligno 1861-1879, I, p. 163; E. Gattola, Ad historiam Abbatiae Cassin. accessiones, II, Venetiis 1734, p. 526; P. Cayro, Storia sacra e profana d'Aquino..., Napoli 1808, I, p. 223; II, pp. 245 s.; N. Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione oggi terra di Teramo, V, Teramo 1836, p. 40; L. Tosti, Storia della Badia di Monte Cassino, III, Napoli 1843, pp. 41 s.; G. Bandini, La Rocca di Spoleto, Spoleto 1934, pp. 313 s.; P. Partner, The Papal State under Martin V, London 1958, pp. 67, 70, 74-76, 100, 241 s.; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, pp. 100, 241; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., X, coll. 784 s.