BUONINSEGNI (Boninsegni), Iacopo Fiorino de'
Nacque a Siena nel terzo o quarto decennio del sec. XV da Agnolo di Filippo; la sua famiglia era tra le più influenti del Monte dei riformatori.
Assai scarse sono le notizie sul primo periodo della sua vita. Nel 1463 il B. sposò Maddalena Tommasi; il 3 aprile 1468 dedicò ad Alfonso d'Aragona duca di Calabria la Bucolica, quattro notevoli ecloghe volgari, "primizia della sua gioventù"; ma non sembra possibile arguirne, come si fece, che in quel torno di tempo fosse esule nel Regno di Napoli, ché anzi fa proprio il duca di Calabria ad essere in Toscana nel '67-'68. Nel '71 e nel '73 il B. fu tra i governatori della Repubblica in rappresentanza del terzo di San Martino, dove abitava; da allora in poi prese parte sempre più attiva alle lotte interne della sua città, fino a divenire il capo indiscusso dei riformatori. Nel 1480, accusato di congiura, fu bandito da Siena e si rifugiò a Firenze presso il Magnifico, cui il 25 dic. 1481 dedicò la Bucolica già offerta ad Alfonso d'Aragona, ora arricchita di una quinta ecloga. Il 4 apr. 1482 era ancora a Firenze, dove recitava nella Congregazione di S. Antonio un'Oratione del corpo di Christo (Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 2960, cc. 73-79v e Bibl. nazionale, Magl. XXXV 211, pp. 154v-157); tornò in patria probabilmente tra quella data e il 20 ag. 1483, quando da un carro allegorico fu recitata in Siena una sua ottava celebrante l'avvenuta lega con Firenze e Sisto IV. Nel 1494 il Monte dei riformatori, sperando nella venuta di Carlo VIII, riprese ad agitarsi: il B., con altri della sua famiglia, venne arrestato per ordine del collegio di Balia e il 24 ottobre, dopo aver sofferto la corda, fu confinato.
Tornò nella città natale nei primi mesi dell'anno successivo; a metà del mese di giugno il B. per i riformatori e G. Severini per i popolari furono ricevuti da Carlo VIII in visita a Siena e ottennero da lui che la guardia della piazza fosse sostituita da truppe francesi; il 17 il re creava il B. cavaliere insieme agli altri capi di fazione. Ma nel luglio dello stesso 1495 il B. veniva confinato a Buonconvento per aver partecipato ad uno scontro armato; tornò poi a Siena, e l'ultima notizia che di lui conosciamo è quella di un confino di tre mesi a Torre di Castello che gli era stato inflitto dalla Balia il 18 sett. 1497.
La Bucolica del B. fu pubblicata tra le Bucoliche elegantissimamente composte da B. Pulci fiorentino et da F. de Arsochis senese et da H. Benivieni fiorentino et da I. F. de B. senese, (Florentiae, A. Miscomini, 1481 stile fiorentino, febbraio 1482 stile comune): le ecloghe che la compongono sono notevoli non solo per essere state - ad eccezione della V, risalente come si disse al 1481 - le prime composizioni pastorali volgari del '400, ma anche perché alcune di esse sembrano precorrere, sotto l'influenza della sacra rappresentazione, il dramma pastorale. Tutte - come poi quelle del Benivieni, che al B. s'ispirò per alcune composizioni - pur rifacendosi talora per l'argomento alle bucoliche del Petrarca sono ricche di echi danteschi, com'era naturale in un genere tradizionalmente allegorico. Un andamento quasi drammatico caratterizza la prima ecloga, Lapersa agnella, in cui due pastori lamentano l'uno la scomparsa d'una agnella, l'altro il rapimento d'una cerva, e sono infine consolati da un amico che li ha ascoltati non visto: difficile comprendere il senso, forse politico, dell'allegoria. La seconda, Ganimede morto, èdecisamente una sorta di sacra rappresentazione: solo che qui la scena delle tre Marie presso il S. Sepolcro viene trasformata in quella di tre pastorelle che in lacrime si recano ad abbracciare la tomba dello sposo di una di loro. Pienamente dantesche le tre rimanenti ecloghe: Confabulazione d'amore in cui il poeta, attraverso un'allegoria che ricorda assai da vicino l'Inferno, narra come per mezzo della grazia divina si sia staccato dagli amori terreni per volgersi tutto alla speranza del mondo celeste; Pronostico, che pur iniziando con la parafrasi dell'Ecl. IV di Virgilio se ne stacca poi per profetizzare la venuta di una tragica era di lutti e per scagliarsi con violenza contro il clero corrotto; Felicità pastorale, dedicata al Magnifico, in cui un pastore narra come una matrona lo abbia condotto dalle infelicità del mondo sino a un luogo felice, dove lo affidò a Lia perché egli la seguisse sempre: una nuova trasparente allegoria della purificazione dell'anima dal peccato.
Nel citato cod. 2960 della Bibl. Riccardiana, a cc. 83-90, ci resta testimonianza dei rapporti tra il B. e Benedetto da Cingoli in un'Epistola di I. F. de B. … con la sequente esposizione sopra uno sonecto de m. B. da Cingoli, composta da un'introduzione, dal sonetto con il commento del B., e da un altro sonetto, di ringraziamento, di Benedetto da Cingoli. Del B. resta anche un sonetto in risposta ad un altro, laudativo, di B. Bellincioni, nelle Rime di quest'ultimo (II, Bologna 1878, pp. 62 s.).
Bibl.: G. A. Pecci, Memorie storico-critiche della città di Siena, I, Siena 1755, pp. 91-119; G. M. Mazzuchelli, Gli Scritt. d'Italia, II, 4, Brescia 1763, pp. 2401 s.; B. Cotronei, Il "Contrasto di Tonin e Bighinol", in Giorn. stor. d. lett. ital., XXXVI (1900), p. 293 n.; E. Giorgi, Le più antiche bucoliche volgari,ibid., LXVI(1915), pp. 140, 142, 148-52; E. Carrara, La poesia pastorale, Milano s.d., pp. 173-75, 179; C. Re, G.Benivieni fiorentino, Città di Castello 1906, pp. 218-221, 226-35; V. Rossi, Il Quattrocento, Milano 1933, p. 508; P. O. Kristeller, Iter Italicum, I, ad Indicem.