STEFANESCHI, Iacopo Gaetano
Patrizio romano, figlio di Stefano, studiò a Parigi e si addottorò in diritto canonico, che insegnò ivi pubblicamente, con gran concorso di pubblico. Celestino V lo nominò canonico vaticano e Bonifazio VIII lo creò (17 dicembre 1295) cardinale diacono di San Giorgio in Velabro. Fu legato in Romagna nel 1296. Amantissimo dell'arte, fece adornare da Giotto la sua chiesa titolare, e provvide, inoltre, personalmente anche a varî lavori di abbellimento in San Pietro dove fece comporre il musaico detto della "Navicella". Seguì i papi in Avignone (ivi morì in tarda età) ed ebbe molta influenza specie su Clemente V. Durante la spedizione in Italia di Arrigo VII tentò, con grande perizia e abilità diplomatica, di evitare l'urto tra quel sovrano e Roberto d'Angiò, caldeggiando persino un matrimonio tra il duca di Calabria, primogenito dell'Angioino, e una figlia di Arrigo VII.
Scrisse, fra le altre opere, una vita di Celestino V in versi, l'Opus metricum (ed. Seppelt, in Monumenta Coelestiniana, vol. XIX delle Quellen und Forschungen della Görres-Gesellschaft, Paderborn 1921) che è fonte di primissimo ordine per la storia della Chiesa della fine del sec. XIII, e il Liber de Centesimo sive Jubileo (ed. Quattrocchi, in Bessarione, Roma 1900, VII), che è una descrizione del giubileo del 1300.
Bibl.: J. Hoesl, Kardinal Jacobus Stefaneschi, Berlino, 1908; A. Cutolo, Arrigo VII e Roberto d'Angiò, in Arch. stor. per le prov. napol., LVII (1932). Per il valore dell'edizione del Seppelt, v. specialmente: R. Morghen, Il cardinal J. G. St. e l'"Opus metricum", in Boll. Ist. stor. ital., XLVI (1930).