Iacopo, i' fui, ne le nevicate alpi
. Sonetto con coda di due versi a rima baciata (Rime dubbie VII), assegnato a D. dalla rubrica del codice Laurenziano Rediano 184 (c. 96 r), adespoto ma inserito tra altre rime del poeta nel Chigiano L IV 131 (p. 691).
Parzialmente (i primi sei versi) riportato dal Redi nel commento al Bacco in Toscana (Firenze 1685, 116) e dal Fraticelli nella sua edizione delle rime di D. del 1834 (p. CCCXXXVII), fu pubblicato per intero la prima volta dal Cosmo, che trascrisse la lezione del codice Rediano aggiungendo le varianti del Chigiano.
La particolarità metrica della coda di due versi e la rima imperfetta del v. 8 (scalpi - parti), confermata da ambedue i codici, hanno indotto la maggioranza degli studiosi a porre in dubbio la paternità dantesca del sonetto. Anche il Barbi, pur rilevando l'attendibilità della rubrica del codice Rediano, la legittimità della rima imperfetta e della coda e la non indegna forma letteraria del sonetto - elemento sottolineato anche dal Cosmo; ma il Contini nota che " il linguaggio ha poco di dantesco " - conclude per la formula dubitativa, anche perché nel Rediano il componimento segue Non v'accorgete, Io sento pianger l'anima, Lo sottil ladro, tre sonetti pure d'incerta attribuzione (Rime dubbie XIII, XII, XVII) tra D. e Cino da Pistoia.
Il componimento allude a un viaggio compiuto dall'autore in luogo montagnoso e innevato per abboccarsi coi parenti di una donna amata dallo sconosciuto destinatario del sonetto, Iacopo.
Diverse ipotesi, nessuna suffragata però da validi sostegni critici o documentari, sono state avanzate per identificare lo Iacopo del v. 1. Secondo il Filippini, che accetta l'attribuzione a D., potrebbe identificarsi col rimatore Iacopo Cavalcanti, cugino o affine di Guido; il luogo montagnoso sarebbe identificabile con Pietramala e la data del viaggio sarebbe da porre alla fine del 1286. Per il Di Benedetto la composizione sarebbe indirizzata da D. al figlio Iacopo. La maggioranza degli studiosi preferisce non inseguire improbabili o almeno non documentabili identificazioni.
Bibl. - U. Cosmo, Primi saggi, Padova 1891, 48; M. Barbi, Per un sonetto attribuito a D., in " Bull. " XVII (1910) 249-290 (poi in Studi 455-509); F. Filippini, D. scolaro e maestro, Ginevra 1929, 122-128; L. Di Benedetto, Sulle opere minori italiane di D., Salerno 1947, 45; Contini, Rime 260-262; Barbi-Pernicone, Rime 675-677.