MALOCELLO, Iacopo (Malosello, Maloxelo, Maloisel)
Uomo di mare genovese del sec. XIII, appartenente a nobile famiglia che diede alla repubblica numerosi navigatori. Già nel 1236 era stato eletto "nobile", cioè consigliere del podestà; nel 1241 venne nominato capitano della squadra che, su preghiera del pontefice Gregorio IX e del suo legato cardinale Gregorio di Romagna, Genova guelfa aveva armato per il trasporto da Nizza ad Ostia dei prelati convocati dal pontefice a Roma per il concilio, indetto per la Pasqua di quell'anno con propositi ostilissimi a Federico II imperatore e re di Sicilia. L'impresa non era facile perché l'armata imperiale, composta di Siciliani e di Pisani, agli ordini del profugo genovese Ansaldo De Mari, incrociava nelle acque del Tirreno, disposta a impedire lo sbarco dei prelati in terra della Chiesa. Sventate che furono le mene dei ghibellini per impedire l'armamento della squadra, il M., dopo aver imbarcato i prelati, partì il 6 aprile da Genova e si diresse verso il sud; ma a Porto Venere apprese che circa settanta galee nemiche (egli ne aveva trenta) si erano radunate per tagliargli la via. Sprezzando il consiglio datogli dai suoi dipendenti di aspettare i rinforzi che a Genova si stavano preparando, o di dirigersi verso la Corsica e di girare al largo fuori di quell'isola per ingannare il De Mari, il M. ordinò di proseguire per la via più breve sperando di sfuggire alla crociera. Ma all'altezza del Giglio fu attacmto (3 maggio) dai Siculo-Pisani, comandati da Andreolo De Mari e da Ugolino Buzzacarino; tentata invano la fuga, la maggior parte delle galee genovesi furono catturate e con esse i prelati e il legato papale. Solo cinque galee, tra cui l'ammiraglia, poterono salvarsi. Il M. fu poi rieletto nobile nel 1244 quando era podestà Filippo Visdomini di Piacenza.
Bibl.: Lettera a Federico II, in J. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Frederici Secundi, Parigi 1852-61, V, p. 1125; Annali genovesi di Caffaro e dei suoi continuatori, Roma 1923, III, p. 113 (Fonti per la storia d'Italia, 13); C. Manfroni, Storia della marina italiana, I, Roma 1897, p. 397.