Salviati, Iacopo
Nato a Firenze nel 1461 da Giovanni di Alemanno ed Elena Gondi, si dedica al-l’attività imprenditoriale in Toscana e a Roma. Sposa nel 1486 Lucrezia di Lorenzo de’ Medici. Conoscitore di letteratura e materie filosofiche, frequenta come il cugino Alamanno lo Studio fiorentino ed è in stretti rapporti con Roberto Acciaiuoli e Filippo Valori. Gli sono amici i più illustri rappresentanti della cerchia platonica, come Donato Acciaiuoli, che gli dedica il suo Rusticus, Marsilio Ficino e Pacifico Massimi, suo ospite attorno al 1489 (Della Torre 1902, pp. 423-24; Verde 1977, p. 413; Hurtubise 1985, p. 111). Animato da spirito religioso, segue le predicazioni di Girolamo Savonarola; fa parte di un gruppo di ‘piagnoni’ moderati e filomedicei che nel 1497 firma una petizione in favore del frate inviata ad Alessandro VI (Guidi 1984). Svolge incarichi diplomatici per la Repubblica; dopo la restaurazione medicea a Firenze, ricopre varie cariche (tra cui gonfaloniere di giustizia nel 1514). Quando, nel 1523, Giulio de’ Medici è eletto papa (con il nome di Clemente VII), S. ne diviene segretario particolare. Per svolgere il nuovo incarico si trasferisce con la moglie e i dieci figli a Roma: qui lega in modo definitivo i propri interessi economici a quelli dello Stato della Chiesa e accresce il suo prestigio sociale stringendo blasonate parentele grazie al matrimonio dei suoi figli (Pinchera 1999, pp. 1-3). Muore nel settembre del 1533, lo stesso anno in cui la figlia Francesca sposa in seconde nozze Ottaviano de’ Medici.
Il 27 ottobre 1502 S. scrive a M., allora in missione a Imola, promettendogli un prestito. All’indomani dell’uccisione dei congiurati Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo il 1° gennaio del 1503 e dell’esecuzione dei fratelli Francesco e Paolo Orsini, avvenuta il 18 gennaio, la Signoria richiama a Firenze M. e invia al suo posto S. come ambasciatore. Parecchi anni dopo, si registrano tentativi di S. per far ottenere a M. incarichi presso la corte di Roma. Nel 1525 tenta di far nominare M. segretario del figlio Giovanni, cardinale e ambasciatore in Spagna, ma incontra l’opposizione del papa Clemente VII (Hurtubise 1985, p. 284). L’anno dopo cerca ancora di fare assumere M. in un’impresa militare contro i Colonna (lettera del 5 nov. 1526, Lettere, p. 454, con la nota di Corrado Vivanti, p. 1644). Anche la moglie Lucrezia ha un’alta considerazione del giudizio di M. in campo storico e letterario, tanto da fargli chiedere di «rassettare» una Vita di Alessandro Magno (scritta – secondo Filippo de’ Nerli – da un innominato «animale»: F. de’ Nerli a M., 17 nov. 1520, Lettere, pp. 367-68).
Bibliografia: A. Della Torre, Storia dell’Accademia platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 423-24; M. Marietti, Machiavel historiographe des Médicis, in Les écrivains et le pouvoir en Italie à l’époque de la Renaissance, éd. A. Rochon, 2° vol., Paris 1974, pp. 81-148, in partic. p. 105; A.F. Verde, Lo Studio fiorentino (1473-1503). Ricerche e documenti, 3° vol., Firenze 1977, in partic. p. 413; G. Guidi, La corrente savonaroliana e la petizione al Papa del 1497, «Archivio storico italiano», 1984, 520, pp. 31-46; P. Hurtubise, Une famille-témoin. Les Salviati, Città del Vaticano 1985, in partic. pp. 111, 284; V. Pinchera, Lusso e decoro. Vita quotidiana e spese dei Salviati di Firenze nel Sei e Settecento, Pisa 1999, pp. 1-3.