GALLERANI, Iacoppo (Iacopo, Iacomo)
Figlio di Gianni, nacque probabilmente a Siena agli inizi del XIII secolo.
L'attività del G. mercante e banchiere, svoltasi essenzialmente a Siena a differenza degli altri membri della sua famiglia, è testimoniata da numerosi documenti. Il primo di questi è datato 1229 e riguarda un pagamento effettuato al G. dalla Biccherna; in seguito, negli anni '40 e '50, sono registrati altri pagamenti in suo favore sia per incarichi militari, sia per ambascerie svolte a Massa Marittima e presso località del Monte Amiata; a partire almeno dal 1250 fece spesso parte del Consiglio generale o della Campana.
Oltre ad assolvere impegni pubblici, il G. svolse in questi anni una propria attività finanziaria, in linea con le tradizioni familiari. Sempre intorno agli anni '40 infatti, acquistò, insieme con Guido di Piero, le entrate del Comune di Montieri per la ragguardevole somma di 500 lire e nel 1252 risulta creditore del Comune di Siena per 120 lire.
Nell'agosto 1261 il G. era a Parigi ove sottoscriveva, in qualità di testimone, alcuni importanti atti relativi alla compagnia commerciale costituita dai suoi fratelli Sigherio e Bonifacio e dai figli di Sigherio, Bindo e Iacomo. Nel settembre dello stesso anno, dopo la vittoria di Montaperti ottenuta dalla ghibellina Siena contro la guelfa Firenze, alcune famiglie senesi di tradizione guelfa, tra le quali quella dei Gallerani, lasciarono la città. Non sappiamo se il G. fece parte del gruppo degli esiliati e se, al pari di altri suoi familiari, si rifugiò a Montepulciano.
Nel periodo successivo il G. sostenne attivamente la parte guelfa, impegno che fu molto apprezzato da Carlo d'Angiò il quale, dopo le vittorie riportate a Benevento (1266) e a Tagliacozzo (1268), ricompensò i capi del guelfismo senese con una serie di privilegi. In particolare, con un diploma solennemente emanato a Trani l'8 dic. 1268, concesse in feudo al G., del quale veniva ricordata la fedeltà alla causa della Chiesa e degli Angioini, i castelli di Camigliano e Rigomagno e il borgo di Asciano. L'investitura fu però di breve durata; il 7 giugno 1269, infatti, con la sconfitta dei Senesi a Colle Val d'Elsa a opera dei Fiorentini e delle armate angioine e il conseguente rientro in città degli esiliati guelfi, si giunse a un nuovo equilibrio politico, sancito il 4 ag. 1270 dalla pace tra Carlo d'Angiò e la città di Siena. Negli accordi siglati in tale occasione fu prevista anche la restituzione dei feudi un tempo concessi dall'Angiò e il G., che nel frattempo era rientrato a Siena, ebbe quindi l'ordine di restituire i suoi possedimenti.
Successivamente il G. riprese a partecipare attivamente alla vita pubblica cittadina: nel periodo luglio-dicembre 1271 ricoprì la carica di camerlengo di Biccherna, il 25 ottobre dello stesso anno venne nominato vicario del podestà, mentre nel 1272 fu ambasciatore a Lucca. Per la città di Massa Marittima svolse infine il ruolo di podestà, carica che ricoprì certamente sino all'aprile del 1280. Nell'ottobre 1280 sottoscrisse, tra gli altri, gli atti di pacificazione tra i guelfi e i ghibellini senesi.
L'impegno del G. nelle attività economiche del suo casato non venne comunque meno. Nel 1278 i suoi figli, Arrigolo e Gianni, con due dei figli del fratello Sigherio e con altri due senesi costituirono a Parigi una nuova società: Arrigolo e Gianni si impegnavano in questa compagnia anche a nome del padre, non sappiamo però quale possa essere stata l'effettiva partecipazione del G., che non doveva essere presente a Parigi, dato che non sottoscrisse il documento. Nel 1280 insieme con il figlio Grifo rinunciò a un credito vantato con il Comune di Siena, per la notevole somma di 1510 lire e 4 soldi.
Nella lista dei contribuenti per la "presta" stabilita dal Comune di Siena nell'ottobre 1281 la sua capacità contributiva veniva stimata in 80 lire, un ammontare che potremmo definire medio-alto. È questa l'ultima testimonianza sul G. vivo, in un atto del 1283 suo figlio Gianni si qualifica come "Jannes quondam domini Iacoppi de Galleranis": in questo arco di tempo (ottobre 1281-1283) deve essere collocata la sua morte. Il G. ebbe cinque figli: Gianni, Arrigolo, Grifo, Baglione e Mita, quest'ultima andata sposa a Orlando Malavolti.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, Diplomatico, Arch. generale dei contratti, 1258 ott. 22 (2 pergg.), 1260 (= 1261) genn. 22; 1262 dic. 12; 1267 luglio 7, 1275 (=1276) marzo 10, 1277 (=1278) marzo 19, 1282 (=1283) febbr. 27; Ibid., Riformagioni (Massa), 1276 apr. 25; Ibid., Riformagioni, 1280 sett. 14; Conventi, 162 (Caleffo di S. Galgano, II), cc. 356v-357v, 421r-426v, 429r-430v; Consiglio generale, 14, c. 101v; Biccherna, 80, c. 50r; Mss., A.15, c. 155v; Mss., A.61, c. 27r; Mss., A.127, pp. 99, 127, 131; Libri dell'entrata e dell'uscita della Repubblica di Siena detti del camarlingo e dei quattro provveditori della Biccherna, I-II, a cura dell'Arch. di Stato di Siena, Siena 1914, p. 192; V-VI, ibid. 1919, p. 96; VII, ibid. 1931, pp. 47, 86; XI, ibid. 1935, p. 63; XIII, ibid. 1936, p. 4; Il Caleffo Vecchio del Comune di Siena, a cura di G. Cecchini, II, Siena 1934, pp. 652 s., 663, 732, 767, 872; III, ibid. 1940, pp. 1089-1092, 1101, 1136, 1177-1179, 1183-1185; L. Zdekauer, Il mercante senese nel Dugento, Siena 1925, pp. 41 s.; S. Terlizzi, Documenti delle relazioni tra Carlo I d'Angiò e la Toscana, Firenze 1950, pp. 45 s., 192; O. Malavolti, Dell'historia di Siena, Venetia 1599, pt. II, l. III, c. 44v; R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, IV, Berlin 1908, pp. 237, 249-253; Il libro dell'entrata e dell'uscita di una compagnia mercantile senese del secolo XIII (1277-1282), a cura di G. Astuti, Torino 1934, pp. 32, 210, 306, 505; Les livres des comptes des Gallerani, a cura di G. Bigwood - A. Grunzweig, II, Bruxelles 1962, pp. 28-30, 35, 53 s.; A. Fanfani, Recenti notizie sull'attività mercantiledei Senesinel XIII e XIV secolo, in Economia e storia, X (1963), p. 549; M. Cassandro, La banca senese nei secoli XIII e XIV, in Banchieri e mercanti di Siena, Siena 1987, p. 146.