Vedi IALISO dell'anno: 1961 - 1961 - 1995
IALISO (v. vol. IV, p. 65)
La fase neolitica è stata accertata con scavi nelle grotte di Koumelo-Archanghelos (metà del IV millennio) e di Haghios-Gheorghios-Kalythiès (fine del VI-IV millennio). Il periodo finale dell'Età del Bronzo Antico è rappresentato attualmente da un settore di abitato individuato in località Asomatos Kremastìs (scavi 1986), nelle immediate vicinanze dell'areoporto. Tracce di insediamento degli inizî del Bronzo Medio sono state rinvenute sull'acropoli, nella zona del Tempio di Atena Poliàs e presso la basilica. Resti simili sono stati individuati recentemente anche sul versante NE del monte, vicino all'antica cappella di Prophitis Ilias. Avanzi sporadici del Bronzo Medio si trovano anche nell'abitato minoico, nei suoi dintorni e nella pianura a Ν del Fileremo.
Con i nuovi scavi nell'area dell'insediamento minoico (1978-1988) si è delineato un quadro abbastanza attendibile delle caratteristiche della città in tutte le fasi del suo sviluppo. Si tratta di un grande centro che all'epoca della sua massima fioritura, nel Tardo Minoico I, aveva un'estensione di 15 ha. In questo periodo predominano i caratteri della civiltà minoica, principalmente nell'architettura. Sembrano preferite soluzioni tipicamente minoiche come il polỳthyron e gli edifici di maggiore importanza sono ornati con corna di consacrazione e pitture murali all'interno. Accanto all'abbondante ceramica locale si possono distinguere diverse importazioni, specie dalla Creta orientale.
Nel periodo della sua maggior fioritura la città venne colpita da due violenti terremoti; le tracce di questi e della successiva ricostruzione sono ben chiare in molti punti delle aree esplorate. In base ai dati di scavo, comunque, il secondo terremoto si colloca poco prima dell'eruzione del vulcano di Thera. Il terremoto e le ceneri vulcaniche, che sembra siano cadute sull'abitato nella fase di ricostruzione seguita a un precedente sisma, compromisero la vita della città.
Dopo l'eruzione un altro abitato di minori dimensioni venne fondato in corrispondenza del settore più settentrionale di quello originario, presso la linea costiera. Il carattere della nuova città del Tardo Minoico IB continua a essere minoico, ma con alcuni mutamenti nell'economia. Tra la ceramica locale si distinguono frammenti di vasi nello «stile marino», probabilmente cnossî, e diverse importazioni da Cipro.
Nel Tardo Elladico IIIA1 il carattere della città è già miceneo. Gli avanzi architettonici di questo periodo si conservano in maniera frammentaria. L'insediamento venne poi improvvisamente abbandonato, forse a causa di una disastrosa inondazione, come quella che è tramandata per la mitica città di Kyrbe (Diod. Sic., V, 57). Questo centro non sembra essere in rapporto con le necropoli micenee di Moschiou e di Makrià Vounara che iniziano nel Tardo Elladico IIB e durano fino al UIC. Nelle due necropoli contigue la densità delle tombe a camera con sepolture multiple, in tutto 129, è tale da far ritenere che esse siano da riferirsi a un insediamento di notevole importanza. Tutte le ricerche finora effettuate di tale insediamento, come anche di centri di epoca storica, sono risultate infruttuose. Se si considera la grande corrosione e il franamento del Fileremo, fattori determinanti per la formazione di uno strato alluvionale che al di sopra della città minoica raggiunge uno spessore di 3-4 m, si può supporre che questi insediamenti siano stati trascinati via, lungo i pendii, dall'erosione.
Il periodo geometrico è noto da isolate deposizioni di incinerati sparse nella zona delle estese necropoli delle epoche successive, tanto sulle alture, quanto nella pianura costiera. L'incinerazione domina fino alla metà del VI sec. a.C. quando viene sostituita, improvvisamente e ovunque, con la sepoltura degli adulti in tombe a cista scavate nel pòros locale o, più raramente, in sarcofagi, mentre per i bambini continua l’enchytrismòs. Oltre ai gioielli e a qualche effetto personale, la sepoltura è accompagnata quasi sempre da almeno un'anfora di fabbricazione locale, ma anche chiota, samia, milesia, lesbia, cipriota, o di altra provenienza e da una kỳlix attica posta sulla sua imboccatura e talvolta anche da altre suppellettili da simposio. Questo vasellame è rappresentativo delle migliori officine attiche di ceramica a figure nere, mentre la produzione a figure rosse non raggiunse mai il mercato di Ialiso. Dal IV sec. a.C. si manifesta di nuovo il rito dell'incinerazione, ma sporadicamente, come nella necropoli della città di Rodi, successiva al sinecismo del 408 a.C. Pregevoli esemplari di ceramica e di arti minori tra l'VIII e il IV sec. a.C. facevano parte della stipe del Tempio di Atena Poliàs sul Fileremo. La loro pubblicazione, che è in preparazione, verrà a colmare un grande vuoto nella storia culturale di Ialiso.
L'immagine che possediamo circa la I. di epoca storica è completata dai dati di scavo degli anni 1984-1987. Un settore di necropoli con tómbe costruite in pòros dell'ultimo quarto del VI sec. a.C. e un pìthos con decorazione a rilievo utilizzato in una sepoltura più recente sono stati scoperti a E della chiesa della Kremastì, a Ν della strada tra Rodi e l'aeroporto. Subito a O della collina di Asomatos, nello stesso luogo dell'insediamento della prima Età del Bronzo, si è rinvenuto un gruppo di tombe della seconda metà del VI sec. a.C., con corredi eccezionalmente ricchi.
Un'inattesa acquisizione dei nuovi scavi è il rinvenimento (1987) di avanzi di muri ellenistici nella necropoli centrale, precisamente nel fondo Lagos (scavi 1916-1928), e di una basilica paleocristiana nel fondo Drakidis. Un nuovo abitato è stato localizzato nel circondario di I., nel territorio della comunità di Koskinoù, dove se ne è scoperta la necropoli con sepolture della prima metà del V sec. a.C.: si tratta dell'abitato più vicino alla città di Rodi dopo il sinecismo che portò alla fondazione di quest'ultima.
Sporadici avanzi di età ellenistica si trovano nel vasto territorio appartenuto a I., da Ixià a Paradeisi. Sembra che appartengano tutti a installazioni agricole e non a un centro urbano (demo) del territorio. Tra questi si distinguono due gruppi di anfore a fondo appuntito rinvenute in posizione verticale che ricordano l'analogo trovamento di Villanova. Uno dei gruppi si trovava a NE di Makrià Vounara e l'altro, formato da due file, sulla spiaggia di Ixià. Sulla costa, da Ixià a Kremastì, si è rinvenuta una serie di tombe paleocristiane con copertura di tegole. Oltre alla basilica del podere Drakidis, sporadici resti architettonici di età paleocristiana sono stati individuati al limite NE dell'insediamento minoico di Ialiso.
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