McEwan, Ian
Scrittore inglese, nato ad Aldershot (Hampshire) il 21 giugno 1948. Trascorse gran parte dell'infanzia fra l'Estremo Oriente, la Germania e il Nord Africa; tornò successivamente in Gran Bretagna dove si iscrisse a un corso di scrittura creativa che si teneva presso la University of East Anglia.
Sin dagli inizi della sua carriera McE. ottenne un vasto consenso di pubblico e di critica. Primo fra gli scrittori inglesi della sua generazione a toccare temi tanto inquietanti da scioccare il lettore, egli pone al centro della sua narrativa la sessualità infantile, perversa e aberrante, bambini trattati con brutale violenza, l'omicidio, i caratteri malati, eloquente metafora di una più generalizzata depravazione, di un nichilismo che pervade l'intera società inglese. Questa perdita dell'innocenza, che rimane una caratteristica costante anche della sua produzione più tarda, risulta tanto più efficace in quanto lo stile dello scrittore è sempre freddo, scevro da emozioni, ai limiti della glacialità. Risale al 1975 la sua prima raccolta di racconti, First love, last rites (trad. it. 1979), con cui vinse il Somerset Maugham Award, mentre nel 1978 uscì il suo primo romanzo, The cement garden (trad. it. 1980), ritratto di una famiglia inglese media. Protagonista un ragazzo, Jack, tanto preso dalle proprie perversioni da rimanere indifferente alle sorti del padre, colpito da infarto; accanto a lui tre fratelli con difficili esistenze e la madre, triste e malinconica figura, sempre intenta alle faccende domestiche oppure a letto, malata. Alla sua morte, viene sepolta dai figli che non ne danno neppure notizia. Il romanzo è giocato sul registro dell'osceno, fino a giungere all'incesto, mentre, il successivo, The comfort of strangers (1981; trad. it. Cortesie per gli ospiti, 1983) è la storia di Colin e Mary, una coppia inglese in vacanza. Né sposati né fidanzati, provano ormai una scarsa passione l'uno per l'altra quando incontrano un bizzarro anfitrione, Robert, legato alla moglie da un torbido e violento rapporto. Una rinnovata passione erotica fra Colin e Mary non cela altro che il tramonto dei sentimenti fino ad arrivare a un apocalittico e violento finale.
Dopo una breve interruzione, McE. ritorna al romanzo con The child in time (1987; trad. it. 1992), libro che rappresenta una pausa nei temi che gli sono propri: l'autore abbandona il morboso immaginario erotico per far posto al dolore autentico di una coppia che perde la propria figlia, e il romanzo si chiude con un felice e poetico finale. The innocent (1989; trad. it. Lettera a Berlino, 1989), in apparenza un thriller, è in realtà di nuovo un libro truculento che si conclude con un macabro epilogo. La separazione, la rottura continuano a essere temi centrali nella narrativa dello scrittore come ben dimostra Black dogs (1992; trad. it. 1993), in cui una coppia si divide dopo un bizzarro incidente con una muta di cani neri. Dopo The daydreamer (1994; trad. it. L'inventore dei sogni, 1994), un libro per bambini, nel 1997 è uscito Enduring love (trad. it. L'amore fatale, 1997). Dalla tragica caduta di un pallone aerostatico ha inizio l'amore omosessuale ed estremo di Jed Parry per Joe Rose: in realtà, una riflessione sugli aspetti più profondi della passione e dell'amore.
Il romanzo Amsterdam (1998; trad. it. 1998), vincitore del Booker Prize, è stato definito da McE. stesso una fiaba contemporanea. Tre uomini: un compositore, un editore e un politico si incontrano al funerale della loro antica amante; è l'occasione per un'amara contesa, una divertita contemplazione sugli aspetti più grotteschi dell'animo umano. Atonement (2001; trad. it. 2005) ha inizio nel 1935 ed è la storia di Briony Tallis, una giovane aspirante scrittrice. Nel 2005 è uscito Saturday (trad. it. 2005), romanzo in cui lo scrittore descrive una sola giornata vissuta dal protagonista, che diventa metafora della società contemporanea. Con la sua propensione alle narrazioni in prima persona e alla prosa nitida e serrata, McE. è universalmente noto per la sua abilità nel cogliere tanto il peggio quanto il meglio della natura umana e per la capacità di indagarne anche i più oscuri meandri.
bibliografia
C. Byrnes, Sex and sexuality in Ian McEwan's work, Nottingham 1995.