SASUL, Iancu (nelle fonti italiane generalmente Gianicola, in quelle latine Iancola)
Era figlio naturale di Pietro Rareş e di una donna sassone di Braşov. Aveva sposato una principessa di Rodi. Nel 1579 riuscì a ottenere dalla Porta il principato di Moldavia di cui prese subito possesso; ma non fu amato dai suoi sudditi sia per la differenza della religione (egli era protestante), sia per l'imposizione di molte tasse per raccogliere il denaro necessario a pagare le forti somme sborsate per acquistare il trono. In politica estera fu ostile alla Polonia e amico degli Asburgo. Nel 1582 i suoi nemici, che avevano inoltrato molte proteste alla Porta, riuscirono a farlo deporre dal trono (su cui ritornò Pietro lo Zoppo, che era già stato principe di Moldavia dal 1574 al 1579). Iancu cercò allora di riparare in Ungheria (dove aveva acquistato dei terreni) sotto la protezione degli Asburgo. I Moldavi, scontenti del suo dominio, cercarono d'impedirgli la fuga, ma furono respinti dai mercenarî che Iancu aveva con sé. Il 5 settembre 1582 Iancu e il resto del suo seguito passarono il confine polacco a Śniatyn, dove era starosta Nicola Jazlowiecki, che però non consentì a lasciarlo proseguire verso l'Ungheria e, dopo due falliti tentativi di fuga di Iancu, lo fece accompagnare sotto buona guardia a Leopoli. Posto in una prigione venne consolato solo dai frati cattolici che riuscirono a convertirlo al cattolicismo. Il re di Polonia Stefano Báthory lo condannò a morte (con motivazioni assai poco serie) e il 28 settembre 1582 Iancu fu giustiziato. Alla sentenza di morte non fu certo estranea la Porta. I suoi averi furono confiscati e diedero luogo a parecchie controversie.
Bibl.: E. Veress, Alte lucruri nouă despre Iancu-Vodă Sasul òi familia sa (Altri lavori su I.-V. S. e la sua famiglia), in Revista istorică, XI (1925), pp. 147-52; P. P. Pănăitescu, Sfîròitul lui Iancu-Vodă Sasul (La fine di I.-V. S.), ibid., X (1924), pp. 169-178.