IBÁÑEZ é IBÁÑEZ De Ibero Carlos, marchese di Mulhacen
Generale spagnolo e geodeta, nato a Barcellona il 14 aprile 1825, morto a Nizza il 29 gennaio 1891. Abbracciata la carriera militare, la percorse brillantemente raggiungendo il grado di generale e diventando direttore dell'Ufficio geografico e statistico di Madrid, ma, accusato di bigamia, dovette abbandonare onori e posizione e stabilirsi fuori della patria, dandosi completamente alla scienza e alle istituzioni scientifiche internazionali, di cui era stato prima membro influente quale rappresentante della Spagna: la Commissione internazionale per il metro e l'Associazione geodetica internazionale. Della prima era diventato presidente fin dal 1872, e della seconda lo divenne nel 1886.
Per lunghi anni prese parte attivissima ai lavori geodetici eseguiti nella Spagna: ed è a lui che si deve il collegamento trigonometrico dell'Algeria con la Spagna, nella quale occasione vennero misurati i triangoli più estesi che fino ad oggi sieno stati tentati (lati di ben 270 chilometri). Ideò nuovi apparecchi di alta precisione fra i quali quello, che porta il suo nome.
Apparato di Ibáñez. - Viene designato così il complesso degli strumenti ideati dall'I. per la misura della lunghezza delle basi geodetiche. La caratteristica essenziale, che differenzia questo complesso da quello di Bessel (v.), consiste nel fatto che in esso ci si serve di un'unica spranga metallica per misurare successivamente le distanze comprese fra le verticali individuate dagli assi di collimazione di microscopî micrometrici, che portati da appositi supporti vengono disposti lungo la traccia della base. Essenzialmente quindi l'apparato si compone di una spranga di misura e di almeno tre microscopî, che successivamente vengono rimossi in guisa da far percorrere ai microscopî stessi tutta la traccia della linea di base. A questi strumenti essenziali si aggiungono naturalmente una serie di accessorî destinati sia agli allineamenti, sia ad abbassare le verticali fino sul terreno, o viceversa. Il primo apparato di questo tipo venne costruito a Parigi dal meccanico Brunner nel 1864 su indicazioni precise date dall'I.; e, dopo l'ottima prova ottenuta con esso sia in Spagna sia altrove, ne furono costruiti altri dalla stessa fabbrica, fra i quali quello destinato all'Istituto geodetico di Potsdam, in cui si raggiunse la massima perfezione. Su principî quasi identici si basò pure il Repsold per la costruzione dei suoi due apparati destinati uno all'United State Lake Survey e l'altro per i lavori di triangolazione delle Indie Olandesi.
La spranga metallica, che oggi si vorrebbe monometallica in acciaio invar, è in tutti questi strumenti bimetallica, e costituita da due spranghe di identiche dimensioni (all'incirca m. 4 × mm. 21 × mm. 5), una di platino e l'altra di rame, che, poste l'una sopra l'altra, a una distanza di circa 6 mill. e fissate fra loro rigidamente solo nel punto centrale, possono liberamente dilatarsi. Da ambo i lati, sulle estremità libere di ciascuna spranga sono fissate delle scale d'argento, divise in mm. in modo tale da presentarsi contemporaneamente vicinissime nel campo visivo dei microscopî. Dalle differenze di lettura fatte mediante i microscopî su queste scale, è possibile dedurre la vera distanza che separa i due microscopî, se si tien conto esatto dei coefficienti di dilatazione dei due metalli e si conosce la lunghezza della spranga a una temperatura arbitraria qualsiasi corrispondente a certe determinate letture sulle scale stesse. La spranga è portata da una robusta trave di ferro a T, che si trova appoggiata a sua volta su cavalletti, i quali, mediante appositi dispositivi, consentono di disporre la spranga orizzontalmente o press'a poco, e di spostarla lateralmente in guisa da far cadere le scalette graduate nel campo visivo dei microscopî preventivamente allineati secondo la traccia della linea di base.
È ovvio comprendere come, dopo la spranga, la parte più delicata dell'apparato debba essere il complesso dei microscopî, che devono servire non solo alla lettura delle scale, bensì anche a individuare nel tempo stesso le verticali la cui distanza reciproca deve essere determinata. Ma rinunciamo a descrivere i geniali dispositivi ideati dall'I. e, rimandando per più precise notizie alle opere citate nella bibliografia, ci limitiamo a osservare che l'apparecchio di I. è certamente quello che consente il più alto grado di precisione nelle misure; ma ciò avviene a spese di un sensibile aumento di lavoro.
Bibl.: C. Ibáñez, Expériences faites avec l'appareil à mesurer les bases appartenent " la Commission de la carte d'Espagne, Parigi 1860; id., Base centrale de la triangulation géodésique d'Espagne, Parigi 1865; id., Fonction géoidésique et astronomique de l'Algérie avec l'Espagne exécutée en commun en 1879, par ordre des gouvernements d'Espagne et de France, Parigi 1886; A. Hirsch e J. Dumur, La mesuration des bases, in Publ. de la Commission géodésique suisse, III, Losanna 1888; Fr. Kühnen e R. Schumann, Die Neumessung der Grundlinien bei Strehlen, in Veröffentl. des Königl. Preuss. Geodät. Institus, Berlino 1897.