IBN al-‛ASSĀL
Nome di tre fratelli che vissero nel Basso Egitto nella prima metà del sec. XIII e sono fra i più importanti scrittori, in arabo, che la Chiesa copta abbia avuto.
Il maggiore (Abū 'l-Faraǵ al-As‛ad Hibat Allāh) e il minore (Mu'taman ad-Dawlah Abū Isḥāq) furono essenzialmente filologi e composero anche libri per lo studio della lingua copta. Il secondo, aṣ-Ṣafī Abū 'l-Faḍā'il, è l'autore d'un famoso nomocanone (o raccolta di diritto ecclesiastico e di diritto civile) intitolato al-Mag???mū‛ aṣ-ṣafawī ("La raccolta di aṣ-Ṣafī"), in cui la parte civile (incluso il diritto penale) fu composta da I. al-‛A. combinando norme tratte da quattro libri d'origine romano-bizantina (il Prochiro dell'imperatore Basilio il Macedone, il cosiddetto Libro siro-romano di diritto, presunti decreti dei Padri di Nicea e precetti in parte cristianizzati del Vecchio Testamento) con norme di diritto musulmano mālikita. Il libro fu composto intorno al 1240 e due volte stampato al Cairo (1908 e 1927); una pessima versione etiopica, fatta o almeno divulgata soltanto nel sec. XVII, si intitola Fetḥa nagast (La legislazione dei re) ed è ancora tenuta in grande venerazione in Abissinia, quantunque la massima parte del diritto non ecclesiastico in essa contenuto sia inapplicabile.
Bibl.: G. Graf, Die koptische Gelehrtenfamilie der Aulad al-‛Assāl und ihr Schrifttum, in Orientalia, I, Roma 1932, pp. 34-56, 129-148, 193-204; C. A. Nallino, Libri giuridici bizantini in versioni arabe cristiane dei secoli XII-XIII, in Rendic. R. Acc. Lincei, classe sc. mor., s. 6ª, I (1925), specialmente p. 103-111 e 144-156; I. Guidi, Il Fetḥa nagast o la Legislazione dei re, trad. ital. Roma 1899 (nelle note viene sempre confrontato il testo arabo).