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ibornio

Enciclopedia Dantesca (1970)
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ibornio


Invece della lezione le scalee / che n'avean fatte i borni a scender pria, concordemente nelle edizioni moderne in If XXVI 14, e dove borni valeva " sporgenze dello scoglio " o simili (v. BORNO), dall'ediz. Petrocchi il verso è letto che n'avea fatto iborni a scender pria, sulla base dell'ipotesi espressa dal Pagliaro (Altri saggi di critica semantica, Messina-Firenze 1961, 201-209; un cenno anche in Ulisse 603-604), secondo cui " ci troviamo di fronte a bornio, continuazione del latino eborneus, cioè eburneus, di ‛ avorio ', assunto nel senso traslato di bianco "; l'intero passo verrebbe a significare: " Virgilio risalì per i gradini che prima, allo scendere, ci avevano fatto impallidire, e mi trasse a sé ".

Il Petrocchi, sulla base dei codici antichi, ha corretto da borni a iborni, e da fatte a fatto, accettando il significato di " pallidi ", " freddi ": " ibornio è ‛ semidotto ' per -b- e per -ni-, più sospetto i-, giacché il continuatore ‛ normale ' di eburneus dovrebbe essere e- o o-, con dissimilazione anche a- ". Per tutta la questione, come per le interpretazioni degli antichi commentatori (importante il Lana: " freddi e stanchi "; stranissima la variante buior del Buti), V. Petrocchi, ad locum.

Vocabolario
ibòrnio
ibornio ibòrnio agg. [lat. eborneus per eburneus, der. di ebur ebŏris «avorio»], poet. ant. – Di avorio, e fig. bianco, pallido, freddo; così la parola viene interpretata nel passo di Dante (Inf. XXVI, 13-15) Noi ci partimmo, e su per le...
bòrnio
bornio bòrnio s. m. [dal fr. borne «pietra di confine»], ant. – Pietra sporgente da un muro e che serve da addentellato; anche, masso sporgente in genere: su per le scalee Che n’avean fatte i borni a scender pria (Dante, Inf. XXVI, 14;...
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