IBRĀHĪM Pascià
Figlio primogenito e successore di Mohammed ‛Alī (v.), il primo viceré d'Egitto; nato a Cavala in Macedonia nel 1789, morto al Cairo il 10 novembre 1848. Le sue eminenti doti di condottiero e d'organizzatore militare e la sua intelligenza pronta e aperta alle innovazioni della civiltà europea fecero di lui l'esecutore efficace della politica di espansione perseguita dal padre; al quale (con esempio raro nelle dinastie musulmane) si mostrò sempre devoto, senza alcuna ambizione d'indipendenza. Fatte le prime prove nel governo dell'Alto Egitto, cominciò a segnalarsi con la disfatta definitiva dei Wahhābiti (v.) in Arabia (1816-1819), poi col riconquistare alla Turchia il Peloponneso ribelle (1824-1828), riconquista che, come è noto, fu frustrata dall'intervento franco-anglo-russo, in seguito al quale, dopo la battaglia di Navarino, I. fu costretto a tornare in Egitto. Se per questa impresa la fama di I. si era già diffusa anche nel mondo europeo, essa aumentò ancora in seguito alla direzione della campagna di Siria, assunta da I. in seguito alla ribellione del padre contro la Porta. In poco più di un anno (novembre 1831-aprile 1833) l'intera Siria fu sottomessa, l'Asia Minore minacciata; anche questa volta l'intervento europeo arrestò l'avanzata egiziana; né diversamente andarono le cose quando, riaperte nel 1839 le ostilità fra Egitto e Turchia, una grande vittoria ottenuta da I. non impedi che egli fosse poi costretto a sgomberare l'intero territorio siriano, di cui aveva tenuto il governo fino allora. Designato a successore del padre vecchissimo, e suo effettivo sostituto dopo il 1840, ebbe l'investitura ufficiale del governo nel giugno 1848, essendo Moḥammed ‛Alī ormai fuori di senno, ma sopravvisse pochi mesi, premorendo al padre.