ICARIA (᾿Ικαριᾒα; moderno Νικαριᾒα)
Isola delle Sporadi anatoliche ad O di Samo. Secondo la leggenda il nome deriverebbe da Icaro, figlio di Dedalo, che vi precipità durante il fatale volo. Nell'antichità si mostrava la sua tomba sull'isola (Paus., ix, 11, 5).
Interessanti resti archeologici si sono trovati presso il villaggio di Kampos, identificato con l'antica Oinoe. Si sono rinvenuti resti di mura e sulla collina di Haghìa Irini, una chiesa bizantina è costruita su fondamenta di un'antica basilica. L'antica città era forse sul mare, da questo si stende verso S una necropoli del V-IV sec. a. C.; nel villaggio sono murate iscrizioni funerarie e frammenti di rilievi dello stesso periodo.
Anche a Raches si rinvenne una necropoli greca della stessa età. A Nas, sulla costa occidentale, vi era forse un piccolo porto; vi sono mura del periodo classico e fondamenta di due edifici piccoli e di uno più grande, e intorno frammenti ceramici greco-orientali dal VII al V sec. a. C., pezzi marmorei, statuette e frammenti ceramici con la iscrizione Ταυροπ[οᾒλωι] pertinenti al santuano di Artemide Tauropàlos, ricordata dalle fonti e che è indubbiamente da riconoscere nei resti degli edifici, di cui sopra.
Bibl.: E. Bürchner, in Pauly-Wissowa, IX, 1916, c. 973, s. v., n. 2; id., in Arch. Anz., LIII, 1938, p. 581; id., ibid., 1939, p. 284; id., ibid., 1942, p. 191; G. Becatti-L. Banti, in Enciclopedia Italiana, Appendice, 1938-1948, s. v. Grecia.