VANNI, Icilio
Filosofo e giurista, nato a Città della Pieve il 20 agosto 1855, morto a Roma il 20 marzo 1903. Laureato a Perugia nel 1876, nel 1878 fu nominato professore di storia del diritto nella stessa università; nel 1888 passò a insegnare la filosofia del diritto a Pavia e quindi a Parma; nel 1893 fu chiamato a Bologna e nel 1899 a Roma.
Nella filosofia in genere, e in quella giuridica in specie, seguì piuttosto il corrente indirizzo positivista, ma non ciecamente e con metodo empirico, ché anzi egli fu uno dei più strenui propugnatori del metodo critico. Tra le sue molte opere ricordiamo: Sulla consuetudine (Perugia 1877); Lo studio comparativo delle razze inferiori nella sociologia contemporanea (ivi 1884); I giurisii della scuola storica di Germania nella storia della sociologia e della filosofia positiva (in Rivista di filosofia scientifica, 1885); Saggi critici sulla teoria sociologica della popolazione (in Annali dell'università di Perugia, 1886); Prime linee di un programma critico di sociologia (Perugia 1888); Gli studii di Henry Sumner Maine e le dottrine della filosofia del diritto (Verona 1892); Il sistema etico-giuridico di Herbert Spencer (prefazione alla traduzione di Spencer, La Giustizia, Città di Castello 1893); La funzione pratica della filosofia dei diritto (Prelezione, Bologna 1894); Il diritto nella totalità dei suoi rapporti (Prelezione, in Rivista italiana di sociologia, 1900); La teoria della conoscenza come induzione sociologica, e l'esigenza critica del positivismo (ibid., 1901); Lezioni di filosofia del diritto (Bologna 1904, riproduzione del corso tenuto a Roma nell'anno 1901-1902).