IDATIDE (dal gr. ὑδατίς "vescichetta piena d'acqua")
S'intende ordinariamente con questo nome la forma larvale vescicolare dei Cestodî (v. cisticerco; echinococco) la quale si trova per lo più dentro i tessuti, raramente in cavità del corpo, d'un ospite intermedio, ed è caratterizzata da una parete cistica, racchiudente un liquido (liquido idatideo), alla quale aderisce nell'interno o uno scolice (Tenia) o più ricettacoli con scolici (v. cenuro) o moltissimi scolici, ricettacoli con scolici, vescicole figlie (v. echinococco). Il liquido gode di proprietà tossiche, donde la cura da parte dei chirurgi di evitare la crepa, nell'asportazione.
Nel dominio dell'anatomia normale e patologica si applica il termine di idatide a svariate formazioni cistiche. Sono denominate idatidi formazioni derivate da sviluppo, in certo senso regressivo, di organi embrionali: cosi l'idatide sessile di Morgagni del testicolo che è il residuo dell'estremo craniale, rigonfio e chiuso, del condotto di Müller (che nella femmina darà luogo alla tromba) e l'idatide peduncolata pure del testicolo che è l'estremo craniale del canale di Wolff, il cui corpo (porzione sessuale) rimaneggiato nello sviluppo, ha costituito l'epididimo (sebbene Turneaux la reputi vestigio del pronefros). Analogamente, nella femmina, formazioni vestigiali cistiche della porzione sessuale del corpo di Wolff, sono l'idatide della tromba (estremo craniale del canale di Wolff, corrispondente all'idatide peduncolata del testicolo) la cui rottura può anche simulare una fimbria accessoria, e quei residui del condotto di Gärthner (deferente del maschio) che possono essere causa talora di gravi cisti addominali voluminose. Ancora idatidi possono derivare dai fondi ciechi dei canaletti dell'organo di Rosenmüller dell'ala del ligamento largo. Idatidi possono sorgere per cause occludenti in canali escretori e in formazioni epiteliali (cisti epiteliali).