ideazione
L’attività psichica attraverso la quale i singoli atti del pensiero vengono ordinati, assumendo una data struttura. La struttura e la complessità dell’ i. dipendono dal grado di lucidità e di coscienza.
Alterazioni patologiche della ideazione. I. in fuga (o fuga delle idee), nella quale i contenuti affluiscono e si associano in modo caotico, senza un legame logico fra l’uno e l’altro elemento ideativo, ma su nessi occasionali, sotto l’influenza di stimoli esterni, senza che il soggetto sia in grado di coordinare il corso del proprio pensiero; il disturbo può essere espresso con logorrea o mutismo; la fuga delle idee si osserva classicamente nella mania o in altre psicosi. Dissociazione dell’i. o ideativa, sintomo caratteristico della schizofrenia; l’i. è frammentaria, incomprensibile alla psicologia normale, ma si conservano i rapporti sostanziali fra i vari elementi del pensiero. Inibizione dell’i., nella quale il corso del pensiero è rallentato; esistono una povertà di temi e una scarsa influenzabilità dell’i. da parte degli stimoli esterni; si riscontra, in genere, nella melanconia. I. coatta, nella quale è caratteristica la persistenza e ripetizione di contenuti ideativi indipendentemente dalla volontà del soggetto, che ne riconosce la morbosità, ma non è in grado di liberarsene. Per idea prevalente e particolarismo ideativo si intendono invece quelle alterazioni legate al carattere dominante che nell’i. assume un pensiero o un gruppo di pensieri (con esagerato sviluppo dato a particolari di secondaria importanza nel particolarismo ideativo), i quali si accompagnano a un particolare tono sentimentale o a carica affettiva; ambedue i fenomeni, pur non avendo di per sé carattere di morbosità, possono, però, assumerlo quando il disturbo raggiunge gradi elevati.