identita
identità Uguaglianza tra due espressioni matematiche, che vale per tutti i valori possibili delle variabili. In economia, un’i. è dunque un’equazione tra le variabili economiche che è sempre verificata per costruzione. Nella contabilità d’azienda, per es., l’i. di bilancio dello stato patrimoniale assicura l’uguaglianza tra l’attivo, dato dagli asset in essere, e il passivo, che rappresenta le fonti di finanziamento.
In modo simile, a livello aggregato, si può analizzare l’i. di bilancio del settore pubblico (➔ bilancio pubblico), o dell’intero sistema Paese nei confronti del resto del mondo, come misurato dalla bilancia dei pagamenti (➔). Per es., nel caso del settore pubblico, la differenza tra le uscite, date dalla spesa pubblica in valore aggiunto più quella per trasferimenti, inclusi gli interessi sul debito, e le entrate, pari alle imposte, determina il fabbisogno corrente. L’i. di bilancio afferma, allora, che al fabbisogno, normalmente chiamato deficit o disavanzo pubblico, deve corrispondere una pari variazione delle fonti di finanziamento, sotto forma di emissioni di titoli del debito pubblico o aumento della base monetaria.
Inoltre, nel sistema dei conti economici nazionali (➔ contabilità nazionale) le i. contabili che mettono in relazione le variabili aggregate sono l’immagine dei vari, equivalenti, modi di determinare il livello del PIL: dal lato della produzione, della distribuzione e dell’utilizzazione del reddito. Alla base di queste i. è la concezione del flusso circolare del reddito (➔ flusso) all’interno del sistema economico: le famiglie vengono remunerate per l’offerta dei fattori di produzione e spendono in consumi, le imprese pagano i fattori e vendono beni o servizi; ciò che viene risparmiato finanzia gli investimenti. La produzione aggregata è, allora, uguale sia alla remunerazione di tutti i fattori produttivi sia alla somma della spesa in consumi e investimenti. Includendo nell’analisi i flussi con il settore pubblico e con il resto del mondo, si ottiene l’i. del conto economico delle risorse e degli impieghi, data dall’espressione Y=C+I+G+NX, dove Y rappresenta il PIL, C il consumo privato, I l’investimento, G la spesa pubblica in valore aggiunto e NX le esportazioni nette.
La precedente espressione rappresenta quindi un’i. vera per costruzione. Tuttavia le teorie economiche danno interpretazioni causali diverse, in base alle ipotesi adottate circa il funzionamento del sistema economico. Nei modelli teorici, quindi, essa diventa un’equazione, dove alcune variabili, dette endogene, sono determinate dalle altre, dette esogene (➔ endogeno/esogeno). Per es., secondo la scuola economica classica (➔ classica, economia), il livello del reddito Y è determinato esclusivamente dal lato della produzione e quindi non si muove al variare delle componenti della spesa C, I, G e NX, che causa soltanto un aggiustamento del tasso di interesse e del tasso di cambio, ossia del costo-opportunità, rispettivamente, degli investimenti e delle esportazioni nette; la teoria keynesiana, invece, rovescia il rapporto di causa-effetto, postulando che i prezzi sono rigidi nel breve periodo e, di conseguenza, variazioni della domanda, per es. della spesa pubblica in valore aggiunto, hanno un effetto reale sul livello del reddito.