IDI
. Giorno del mese romano, che lo divide circa in due parti uguali, cadendo il 15 in marzo, maggio, luglio e ottobre e il 13 negli altri mesi (v. calendario, VIII, p. 397): convenzionalmente dovrebbe coincidere con la luna piena del mese lunare e quindi con le sere luminose, donde la spiegazione data da Macrobio (Sat., I, 15, 14) da dies e la consacrazione di tale giorno a Giove, padre di Apollo, dio della luce. Le idi sono celebrate col sacrificio a Giove di una pecora bianca, detta ovis idulis, sacrificio eseguito dal flamen Dialis.
Secondo Varrone (De ling. lat., VI, 28) l'etimologia è da itus, etrusco, o da idus, sabino; Macrobio lo ricollega anche a iduare, etrusco, pari al latino dividere, etimologia quanto mai incerta; modernamente la parola è posta in relazione col concetto di mese lunare e col dio Fidius indigitazione di Giove.
Bibl.: J. Marquardt, Römische Staatsverwaltung, III, 2ª ed., Lipsia 1885, pp. 282, 294; W. Meyer Lübke, in Zeitschrift f. Österr. Gymnas., XLVI (1895), p. 617 seg.; C. Jullian, in Daremberg e Saglio, Diction. des antiquit., II, ii (1896), p. 1050; A. Walde, Etym. Wörterbuch, 2ª ed., Heidelberg 1910; p. 375; W. Kubischek, Grundriss d. antik Zeitrechnung. Monaco 1927, p. 134; Fr. Altheim, Religionsgesch., I, Berlino 1931, pp. 104 e segg. Cfr. poi l'ed. di J. G. Frazer dei Fasti di Ovidio, Londra 1929, II, p. 73 seg.