IDIOPLASMA (dal gr. ἴδιος "proprio" e πλάσμα "plasma")
Termine introdotto dal botanico K. V. v. Naegeli, nella teoria dell'eredità da lui elaborata (1884). Secondo questa non tutto il protoplasma di cui è composto un organismo sarebbe portatore dei caratteri ereditarî, ma soltanto una parte denominata appunto idioplasma, o plasma specifico.
Questo sarebbe composto di minutissime particelle (micelle) dalla cui disposizione dipendono le sue caratteristiche, diverse nei diversi individui. Ogni parte dell'idioplasma di un organismo è identica alle altre, per tutta la sua estensione. Esso non è limitato dal corpo delle singole cellule, ma passa dall'una all'altra, estendendosi come una fittissima rete attraverso tutto il corpo, e presiede al differenziamento delle cellule, imprimendo loro quei caratteri di cui è il portatore. Una parte di questa sostanza partecipa, naturalmente, alla costituzione degli elementi germinali, e trasmette quindi i caratteri dei genitori al nuovo organismo che da questi si origina. Il concetto d'idioplasma era puramente teorico e nessuna delle strutture visibili, conosciute nella cellula, era identificata con esso. Come latori dei caratteri ereditarî sono ora generalmente riconosciuti i cromosomi, e le leggi che governano la trasmissione di tali caratteri sono assai meglio conosciute che non ai tempi del Naegeli. Alla sua elaborata costruzione teorica si può assegnare soltanto il valore di precorritrice delle attuali teorie dell'eredità, le quali poggiano su ampia base di fatti (v. eredità; evoluzione).