idiosincratico
Fattore esogeno (➔ endogeno/esogeno) che influenza una particolare variabile e nessun’altra. Si parla di shock (➔) i. distinguendolo dallo shock comune, che colpisce un gruppo di variabili allo stesso tempo. Per es., in un modello del consumo in cui si rappresenta la spesa di ogni singola famiglia come funzione del reddito e dei prezzi, uno shock i. corrisponde a un evento indipendente dal reddito e dai prezzi che causa variazioni di spesa (legato, magari, a un cambiamento repentino del gusto o dei bisogni) di una singola famiglia (e di nessun’altra). Mentre lo shock comune rappresenta un evento macroeconomico (per es., una crisi o una moda) che interessa più famiglie allo stesso tempo. La distinzione tra shock i. e comune è perciò tipica dei modelli ‘a livelli multipli’, i quali sono progettati per rappresentare simultaneamente comportamenti individuali eterogenei e fenomeni aggregati omogenei.
Nei modelli econometrici a fattori, un vettore di numerose serie temporali stazionarie (➔ stazionarietà statistica) viene descritto come la somma di una componente comune e una componete idiosincratica. La componente comune è determinata da un piccolo numero di shock comuni (che quindi hanno un effetto su tutte le serie), mentre la componente i. corrisponde al vettore degli shock i., la cui correlazione con gli shock comuni deve essere nulla. La componente comune è tipicamente stimata, trovando la componente lineare delle serie che spiega il più possibile la varianza (➔) totale, minimizzando perciò gli effetti che hanno gli shock i. sulla variazione delle serie.
In finanza viene utilizzata la locuzione ‘rischio idiosincratico’. Nell’Arbitrage Pricing Theory (➔ APT), il rendimento atteso di un’attività finanziaria è espresso come funzione di una serie di fattori di rischio. Alcuni di essi sono legati all’andamento di variabili macroeconomiche (per es., il prezzo del petrolio) e concernono anche altre attività finanziarie, mentre i fattori chiamati i. sono specifici dell’attività finanziaria in questione. I termini di rischio i. non sono correlati con i fattori comuni di rischio e costituiscono anche la deviazione del rendimento effettivamente realizzato dal rendimento atteso, previsto dal modello. In un portafoglio (➔ p) diversificato si può attendere che i rischi i. si annullino a vicenda. Tale modello econometrico può essere utilizzato per stimare la sensitività di ciascun rendimento atteso a ciascun fattore di rischio, minimizzando gli effetti di quelli idiosincratici.