IDIOTAE
− Nella società romana già dal I sec. a. C. si era creata una cerchia di collezionisti, di amatori, di intenditori di opere d'arte che davano giudizî, facevano attribuzioni, dicevano di riconoscere i bronzi corinzî dall'odore, gli intelligentes, in mezzo alla grande massa dei profani che Verre, che si credeva un grande e fine conoscitore nel campo dell'arte, chiamava idiotae, cioè ignoranti, rozzi, come dice Cicerone (In Verr., ii, iv, 2, 4). Lo stesso termine adopera Vitruvio per i profani in architettura (vi, 8, 10).
Bibl.: Per l'ambiente artistico di Roma antica: L. Friedländer, Ueber den Kunstsinn der Römer in der Kaiserzeit, Königsberg 1852; K. F. Hermann, Ueber den Kunstsinn der Römer und deren Stellung in der Geschichte der alten Kunst, Gottinga 1855; E. Bonnaffé, Les collectionneurs de l'ancienne Rome, Parigi 1867; H. Blümmer, Dilettanten, Kunstliebhader und Kenner in Altertum, Berlino 1873; Th. Birt, Laienurtheil über bildende Kunst bei den Alten, Marburg 1902; G. E. Rizzo, I romani e l'arte greca, in L'Urbe, X, n. 1-2, 1947; G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1951, p. 88; H. Jucker, Vom Verhältnis der Römer zur bildenden Kunst der Griechen, Basilea 1950, p. 84.