idolatra
Solo in If XIX 113 Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; / e che altro è da voi [pontefici simoniaci] a l'idolatre, / se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?. Per il plurale idolatre, in rima (analogo a eresiarche di If IX 127, in rima, a omicide di XI 37, a poete di Vn XXV 3, ecc.), cfr. Parodi, Lingua 248.
Nel termine, il cui significato di " adoratore di idoli " è chiaro, il Cesati (Nuova interpretazione d'un verso di D., Vercelli 1855), seguito da Casini-Barbi, Rossi, e, con minore decisione, Porena e Chimenz, considerando che gl'i. adorano più di un dio, scorge un preciso riferimento agli Ebrei pervertiti, i quali, nel deserto, adorarono il vitello d'oro (Ex. 32, 4, 8, 19, ecc.; Ps. 105, 19), e spiega: " Voi fate peggio di quanto facesse il popolo d'Israele quando volse ad idolatria, poich'egli si accontentò di un idolo d'oro unico... mentre voi fate deità d'ogni pezzo d'oro e d'argento ". Diversamente lo Scartazzini, seguito dal Sapegno, Mattalia, e altri: " Per ogni idolo che gl'idolatri in genere adorano, voi ne adorate cento ". Chiosava già il Venturi: " non che l'idolatra adorasse uno solo, ma perché ogni popolo riconosceva qualche suo nume con culto speciale ".