IDRA (A. T., 82-83)
Isola della Grecia, l'antica ῝Υδρεια (lat. Hydraea) situata a breve distanza (6 km.) dalla costa sudorientale dell'Argolide; con la vicina isola di Dokós chiude il Kólpos Hermiónēs. Ha una forma stretta e allungata (20 km. di lunghezza per 4 di larghezza massima) e copre una superficie di 55,8 kmq.; i suoi monti calcarei (massima altezza, 592 m.) sono privi di vegetazione arborea, mentre un tempo erano ammantati da boschi di pini; le aree coltivabili sono ristrettissime e l'acqua fa difetto.
Gli abitanti erano 28.000 (40.000 secondo altre fonti) quando scoppiò (1821) la guerra per l'indipendenza della Grecia (v. sotto); da allora sono assai diminuiti, aggirandosi ora sui 3700 abitanti (1928); in massima parte di origine albanese, si occupano soprattutto di navigazione, di pesca (delle spugne) e di commerci.
La città capoluogo, Idra, è costruita ad anfiteatro sulla costa settentrionale, intorno a un piccolo porto commerciale; ha varie chiese, una scuola navale, industrie navali e tessili (del cotone e della seta), ed è sede di un vescovo ortodosso. In essa vive quasi tutta la popolazione dell'isola.
Storia. - Nel 525 a. C. l'isola apparteneva alla città di Ermione: in quest'anno essa la vendette ai profughi Samî, i quali poi a loro volta la cedettero in pegno a Trezene. Abitata fino dall'età micenea, Idra ebbe nell'antichità una sola città, su un colle presso alla costa occidentale a circa mezz'ora a O. della città odierna. L'isola ebbe un vivissimo splendore verso la fine del sec. XVIII e il principio del XIX, quando i suoi abitanti, di origine albanese, considerati fra i migliori marinai del Levante, con la pirateria e il commercio vi accolsero immense ricchezze; essi furono fra i più intrepidi propugnatori dell'indipendenza ellenica, e le loro grandi famiglie, soprattutto quella dei Condurioti, sacrificarono tutta la loro fortuna per allestire la potente flottiglia di guerra, comandata dai suoi valorosi marinai, come Andrea Miauli.
Bibl.: Bölte in Pauly-Wissowa, Real-Encykl. d. class. Altertunswiss., suppl. III, col. 1159, segg.