idratazione
Acqua presente nel nostro organismo, la quale costituisce il 47÷61% del peso corporeo in soggetti di età compresa tra i 17 e i 59 anni. La presenza di acqua è leggermente diversa nell’uomo e nella donna e diminuisce con l’età, andando da circa il 65% del peso corporeo nei neonati di entrambi i sessi, fino al 52% negli uomini e al 46% nelle donne di oltre 60 anni.
L’acqua è la sostanza più importante del nostro organismo in quanto, come solvente di moltissime sostanze essenziali alla vita, costituisce l’ambiente in cui le cellule operano e vivono. Allo stesso tempo, l’acqua costituisce il mezzo di trasporto per le sostanze sciolte in essa. L’acqua infatti si muove liberamente tra l’interno e l’esterno delle cellule, passando attraverso le loro membrane, le quali operano una selezione su ciò che entra ed esce dalle cellule, in quanto risultano permeabili all’acqua ma impermeabili a molte sostanze in essa contenute. La medesima impermeabilità può modificarsi consentendo all’acqua di veicolare specifiche sostanze attraverso la barriera della membrana cellulare. Per il nostro organismo c’è la necessità di mantenere il quantitativo totale dell’acqua corporea a livelli adeguati allo svolgimento delle funzioni sopra descritte. Se il quantitativo di acqua è troppo basso molte sostanze solubili non riescono a entrare completamente in soluzione. Se ciò avviene tali sostanze non possono partecipare in modo adeguato alle funzioni dell’organismo e sono quindi sottratte a esso. Un ridotto contenuto idrico in un organismo ha conseguenze anche in relazione alla somministrazione di farmaci. Negli anziani e nelle donne è presente meno acqua corporea e dunque risulta necessario prescrivere minori dosaggi di farmaci per evitare il raggiungimento di concentrazioni eccessive.
I livelli di i. sono modificati dagli ingressi di acqua con l’alimentazione e dalle uscite con il sudore, le feci e la diuresi. Il rene è l’organo destinato a garantire tale bilancio idrico (➔). La sete è espressione di un’alterata idratazione causata da un’eccessiva concentrazione di soluti (per es., quando si mangiano cibi troppo sapidi) o da una diminuzione dell’acqua corporea (per es., dopo un’abbondante sudorazione), o dalla concomitanza dei due fenomeni.
L’i. artificiale è la somministrazione di acqua, eventualmente insieme a soluti, che si può rendere necessaria in caso di perdita eccessiva di liquidi dall’organismo, per diarrea, vomito, eccesso di sudorazione, colpo di calore, poliuria da eccesso di diuretici, ecc. La via di somministrazione preferibile è quella orale (reidratazione); qualora non fosse possibile (per vomito irrefrenabile, perdita di coscienza, mancanza di collaborazione del paziente), si utilizza la via endovenosa oppure, in caso di assenza o estrema fragilità di accessi venosi periferici adeguati, come spesso accade per le persone anziane, si può ricorre all’infusione per via sottocutanea, definita ipodermoclisi.