idroelettrico
idroelèttrico s. m. – Comparto industriale per la coltivazione e lo sviluppo della fonte rinnovabile costituita dall'energia idrolelettrica. L’energia potenziale di gravità immagazzinata dall’acqua negli invasi è stata una delle prime fonti energetiche sfruttate per la produzione di energia elettrica, tanto che in origine l’industria elettrica nacque in pratica come industria idroelettrica. È stato stimato che introducendo sbarramenti su ogni fiume presente sulla Terra sarebbe possibile ottenere circa 4,6 TW, solo 1,5 dei quali, però, tecnicamente sfruttabili. La capacità produttiva installata è circa 1 TW. Dal punto di vista tecnologico, non sono prevedibili significativi sviluppi: la conversione dell’energia del flusso di acqua in energia meccanica, e successivamente in elettricità, è una tecnologia oltremodo matura poiché sono note da più di un secolo le principali tipologie delle turbine, dalla classica Pelton usata per sistemi ad alta prevalenza, alle Kaplan assiali impiegate negli invasi ad alta portata, passando per le turbine Francis impiegate nei casi intermedi. Pertanto, non vi sono margini per sensibili miglioramenti: quelli meccanici sono volti all’impiego di pale a geometria variabile che si possano adattare a un regime di portata e prevalenza variabili. Il rendimento di una macchina idraulica varia generalmente tra il 65 e il 95%, in funzione delle condizioni operative. Tuttavia, essendo l'i. già diffusamente sviluppato nei paesi OCSE, nei quali i vincoli ambientali ed economici limitano un ulteriore espansione nel potenziale residuo, si prevede una crescita rilevante del settore nei paesi non OCSE (paesi in via di sviluppo). Nella proiezione della domanda di energia al 2035 considerata più probabile dall'IEA (New policy scenario, v. energia, nuovo paradigma), questi paesi, Cina, India e Brasile in primo luogo, acquisiranno su scala mondiale l'85% della capacità idroelettrica di nuova realizzazione. In termini numerici, l'i. dovrebbe crescere fino a incrementare la sua produzione annuale di un valore circa pari a 2200 TWh, che si prevede possa equivalere grosso modo al 15% dell'aumento complessivo della produzione di energia elettrica mondiale al 2035 (circa il 34% dell'aumento di quella da fonti rinnovabili). In Italia, malgrado la crescita consistente del fotovoltaico e dell'eolico, la fonte idroelettrica rappresenta ancora la quota predominante della produzione da energie rinnovabili (circa il 65% con 47,8 TWh e 4,7 GW di potenza installata), contribuendo nella misura del 15,8% alla produzione nazionale (2011); ma, nonostante presenti costi unitari dell’energia prodotta tra i più bassi, non se ne può prevedere un sostanziale incremento, dato che il suo impiego è severamente limitato dalla carenza di risorse idriche e dal quadro normativo che impone il concetto del deflusso minimo vitale. Questa produzione di energia, pertanto, si mantiene sostanzialmente inalterata da circa 50 anni, anche se gli impianti sarebbero in grado di fornirne una quantità quasi doppia. Volendo spingere lo sfruttamento, tenendo conto dei limiti del territorio italiano (la cui potenzialità idroelettrica massima si aggira sui 7,4 GW) nonché degli aspetti legislativi, potrebbero essere recuperati al massimo circa altri 1÷2 GW su impianti dedicati alla microgenerazione di cui è in corso un significativo sviluppo anche in termini tecnologici (v. ).