al-Harra¿, Idwar
al-Harrāț, Idwār (anche al-Kharrat)
Scrittore egiziano, nato ad Alessandria d'Egitto il 16 marzo 1926. Laureatosi in legge (1946) presso l'università di Alessandria, alla fine degli anni Quaranta partecipò al movimento rivoluzionario egiziano e a causa della sua attività politica venne condannato a due anni di lavori forzati. È stato tra i principali animatori (aprile 1968- febbraio 1971) della rivista di avanguardia letteraria Gallīrī 68 (Galleria 68). Ha contribuito a introdurre nella cultura araba opere del patrimonio occidentale, dedicandosi alla traduzione di autori soprattutto francesi e tedeschi. Nel 1996 ha ottenuto il prestigioso premio letterario Sulṭān al-῾Aways.
Lontano dal realismo di Ṭāhā Ḥusayn e di N. al-Maḥfūẓ, al-H̠. si colloca tra gli scrittori della cosiddetta corrente sperimentale (al-tiyār al-taǧrībī), nota anche come corrente espressionista (al-tiyār al-ta῾bīrī). La sua prosa, caratterizzata da una straordinaria forza evocativa e riccamente simbolica, si avvale di un lessico particolarmente ricercato. Sensibile alle sollecitazioni della memoria e dei sogni, al-H̠. lascia che sia la coscienza, attraverso il suo flusso incontenibile, a narrare la realtà.
Considerato uno dei pionieri del racconto breve (qiṣṣa qaṣīra), nel 1958 ha raccolto in Ḥiṭān ῾āliya (Le mura alte) le novelle composte a partire dagli anni Quaranta. Del 1972 è la raccolta Sā῾āt al-kibriyā' (Ore di orgoglio) in cui confluiscono i racconti scritti tra il 1961 e il 1969. La vocazione per il racconto breve traspare anche nel suo primo romanzo, Rāma wa ῾l-tinnīn (1979, Rama e il drago), nel quale ogni capitolo può considerarsi un'entità a sé. Il tema del romanzo, l'amore di Mih̠ā'īl, copto (come lo stesso al-H̠.), per Rama, una ragazza musulmana, ritorna nel successivo al-Zaman al-āh̠ar (1985, L'altro tempo), in cui i due protagonisti si rincontrano dopo otto anni. I romanzi di al-H̠. sembrano sfidare le leggi dell'Islam - che non prevede matrimoni misti - e offrono implicitamente un ritratto critico dell'intera realtà socio-politica dell'Egitto moderno. Il protagonista di Turābuhā za῾farān (1986; trad. it. Alessandria città di zafferano, 1994), romanzo che si distingue per un carattere più marcatamente autobiografico, è ancora una volta Mih̠ā'īl: nell'evoluzione del protagonista dagli anni dell'infanzia fino a quelli della maturità è adombrato il passaggio dalla spensieratezza e dall'innocenza giovanile alla presa di coscienza politica. Ma l'attenzione dello scrittore è rivolta principalmente all'individuo, al suo sentire e alle sue speculazioni politiche e metafisiche; la narrazione, raramente lineare, è attraversata da flashback, dilatandosi nel tempo e nello spazio; la mescolanza tra passato e presente, sogno e realtà, crea un'atmosfera di intensa poeticità, mentre il linguaggio con le sue vigilate cadenze contribuisce all'armonia dell'opera nel suo insieme.
Alessandria costituisce lo scenario privilegiato anche di Ih̠tināqāt al-῾išq wa ῾l-sabāh (1983, Soffocamenti della passione e del mattino) e di Yā banāt al-Iskandariyya (1990; trad. it. Le ragazze di Alessandria, 1993), un lungo monologo interiore, percorso da immagini oniriche e aperto alle sollecitazioni della memoria e della nostalgia.
bibliografia
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