• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

al-Harrāț, Idwār

di Cristiana Baldazzi - Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
  • Condividi

al-Harra¿, Idwar

Cristiana Baldazzi

al-Harrāț, Idwār (anche al-Kharrat)

Scrittore egiziano, nato ad Alessandria d'Egitto il 16 marzo 1926. Laureatosi in legge (1946) presso l'università di Alessandria, alla fine degli anni Quaranta partecipò al movimento rivoluzionario egiziano e a causa della sua attività politica venne condannato a due anni di lavori forzati. È stato tra i principali animatori (aprile 1968- febbraio 1971) della rivista di avanguardia letteraria Gallīrī 68 (Galleria 68). Ha contribuito a introdurre nella cultura araba opere del patrimonio occidentale, dedicandosi alla traduzione di autori soprattutto francesi e tedeschi. Nel 1996 ha ottenuto il prestigioso premio letterario Sulṭān al-῾Aways.

Lontano dal realismo di Ṭāhā Ḥusayn e di N. al-Maḥfūẓ, al-H̠. si colloca tra gli scrittori della cosiddetta corrente sperimentale (al-tiyār al-taǧrībī), nota anche come corrente espressionista (al-tiyār al-ta῾bīrī). La sua prosa, caratterizzata da una straordinaria forza evocativa e riccamente simbolica, si avvale di un lessico particolarmente ricercato. Sensibile alle sollecitazioni della memoria e dei sogni, al-H̠. lascia che sia la coscienza, attraverso il suo flusso incontenibile, a narrare la realtà.

Considerato uno dei pionieri del racconto breve (qiṣṣa qaṣīra), nel 1958 ha raccolto in Ḥiṭān ῾āliya (Le mura alte) le novelle composte a partire dagli anni Quaranta. Del 1972 è la raccolta Sā῾āt al-kibriyā' (Ore di orgoglio) in cui confluiscono i racconti scritti tra il 1961 e il 1969. La vocazione per il racconto breve traspare anche nel suo primo romanzo, Rāma wa ῾l-tinnīn (1979, Rama e il drago), nel quale ogni capitolo può considerarsi un'entità a sé. Il tema del romanzo, l'amore di Mih̠ā'īl, copto (come lo stesso al-H̠.), per Rama, una ragazza musulmana, ritorna nel successivo al-Zaman al-āh̠ar (1985, L'altro tempo), in cui i due protagonisti si rincontrano dopo otto anni. I romanzi di al-H̠. sembrano sfidare le leggi dell'Islam - che non prevede matrimoni misti - e offrono implicitamente un ritratto critico dell'intera realtà socio-politica dell'Egitto moderno. Il protagonista di Turābuhā za῾farān (1986; trad. it. Alessandria città di zafferano, 1994), romanzo che si distingue per un carattere più marcatamente autobiografico, è ancora una volta Mih̠ā'īl: nell'evoluzione del protagonista dagli anni dell'infanzia fino a quelli della maturità è adombrato il passaggio dalla spensieratezza e dall'innocenza giovanile alla presa di coscienza politica. Ma l'attenzione dello scrittore è rivolta principalmente all'individuo, al suo sentire e alle sue speculazioni politiche e metafisiche; la narrazione, raramente lineare, è attraversata da flashback, dilatandosi nel tempo e nello spazio; la mescolanza tra passato e presente, sogno e realtà, crea un'atmosfera di intensa poeticità, mentre il linguaggio con le sue vigilate cadenze contribuisce all'armonia dell'opera nel suo insieme.

Alessandria costituisce lo scenario privilegiato anche di Ih̠tināqāt al-῾išq wa ῾l-sabāh (1983, Soffocamenti della passione e del mattino) e di Yā banāt al-Iskandariyya (1990; trad. it. Le ragazze di Alessandria, 1993), un lungo monologo interiore, percorso da immagini oniriche e aperto alle sollecitazioni della memoria e della nostalgia.

bibliografia

C. Ferial Barresi, La narrativa egiziana contemporanea, in Oriente moderno, 1978, 1-3, pp. 17-26.

N. Tomiche, Histoire de la littérature romanesque de l'Égypte moderne, Paris 1981.

J. Fontaine, Le nouveau roman égyptien, 1975-1985, in Revue de l'Institut des Belles Lettres Arabes, Tunis 1986, pp. 215-62.

P. Cachia, An overview of Modern Arabic literature, Edinburgh 1990.

Modern Arabic literature, ed. M.M. Badawi, Cambridge 1992.

N. Tomiche, La littérature arabe contemporaine. Roman-Nouvelle-Théâtre, Paris 1993.

I. Camera D'Afflitto, Letteratura araba contemporanea, Roma 1998.

Vedi anche
novella Breve narrazione, per lo più in prosa, di un fatto, sia esso storico, reale, o del tutto immaginario. Oltre che per la brevità, la n. si caratterizza in origine per lo stretto legame con la narrazione orale e per la tendenza a una rappresentazione vivida e concreta; anche quando ha per tema avvenimenti ... prosa Espressione linguistica orale o scritta, non vincolata dalle regole metriche e ritmiche proprie della poesia; il termine è riservato specialmente all’espressione letteraria. P. d’arte Nel linguaggio della critica letteraria, la p. tipica dei frammentisti, in voga in Italia negli anni precedenti e durante ... romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia r., quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono. lingue veicolari Le lingue usate per la comunicazione, e soprattutto per l’insegnamento e per attività tecniche e scientifiche, tra persone di lingua materna diversa.
Categorie
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Tag
  • ALESSANDRIA D'EGITTO
  • LETTERATURA ARABA
  • NOUVEAU ROMAN
  • ṬĀHĀ ḤUSAYN
  • AVANGUARDIA
Vocabolario
tutt’al più
tutt'al piu tutt’al più (raro tuttalpiù) locuz. avv. – Al massimo, nel peggiore dei casi o nell’ipotesi meno favorevole: potrà costare tutt’al più cento euro; proviamo questa strada: tutt’al più torneremo indietro. V. anche tutto, n. 3...
al di là
al di la al di là locuz. avv. e s. m. – 1. avv. Di là da un luogo, dall’altra parte: passare al di là (v. anche là). Frequente l’uso di al di là di come prep., in luogo del più tradizionale (ma ormai meno com.) di là da, anche con il sign....
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali