IEROCLE lo Stoico
Filosofo del tardo stoicismo, vissuto fra la seconda metà del I e la prima del sec. II d. C.
Il suo pensiero ci è noto attraverso due opere, la prima delle quali, intitolata Φιλοσοϕούμενα (Riflessioni filosofiche), è un manuale popolare di etica, ordinato secondo i gruppi di doveri che incombono all'uomo. Alcuni capitoli di questo libro ("come conviene comportarsi con gli dei"; "come con la patria"; "come coi genitori", ecc.) sono conservati nell'antologia di Stobeo. L'altra opera è la 'Ηϑυκὴ στοικείωσις (Elementi di etica), tornata alla luce, in buona parte, in un papiro edito da H. von Arnim e W. Schubart, insieme coi ricordati estratti dell'altra opera conservati in Stobeo (Ethische Elementarlehre - Papyrus 9780 - nebst den bei Stobaios erhaltenen ethischen Exzerpten aus Hierocles: 4° fascicolo dei Berliner Klassikertexte, Berlino 1906). Questa, pur serbando carattere di trattazione elementare, voleva però fornire una sufficiente giustificazione speculativa dei problemi etici e dei loro varî presupposti filosofici: improbabile quindi è l'idea del von Arnim, combattuta dal Praechter, che essa costituisse soltanto l'introduzione al manuale di diritti e doveri attestato dagli estratti di Stobeo. Fra le superstiti discussioni filosofiche della Στ65οιχείωσις particolarmente interessanti sono quelle concernenti l'οἰκείωσις, la "familiarità" che lega l'uomo a sempre più vasta;cerchia d'interessi e tende a identificarlo col tutto discussioni in cui, nonostante la sostanziale ortodossia stoica di I., compaiono formulazioni assai simili a quelle cristiane dell'amor del prossimo, in sé pienamente contrastanti col più schietto spirito dello stoicismo.
Bibl.: K. Praechter, Hierokles der Stoiker, Lipsia 1901; N. Festa, Un filosofo redivivo, I., in Atene e Roma, n. 96, pp. 356-67; G. Pasquali, Marginalia, in Studi ital. di fil. class., XVI (1908), pp. 441-46; H. v. Arnim, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., VIII, col. 1479; U. Moricca, in Bilychnis, 1930.