IESI (A. T., 24-25-26)
Città delle Marche (prov. di Ancona) sulla sinistra dell'Esino, vertice interno di una tipica zona triangolare del medio Adriatico (Esio) d'altissima densità demografica (più che 300 ab. per kmq.) estesa nella sua base litoranea da Ancona a Senigallia: la sua distanza dall'Adriatico (Fiumesino) è di 17 km. È sede vescovile. La città odierna (97 m. s. m.) è disposta sopra un terrazzo solatio, dominante l'ampia valle e la piana inferiore e deltale dell'Esino, che da lì s'allarga gradatamente verso il mare, fiancheggiata da ridenti colline mioceniche e plioceniche, coronate di paesi e di ville.
Il territorio comunale è di kmq. 107,72, con estremi altimetrici di m. 320 e 25, ed è costituito di basse colline, terrazzi e piane alluvionali, quaternarie e attuali; il suolo agrario è di kmq. 101,01. Col favore d'un clima relativamente dolce e per virtù d'un lavoro e d'una tradizione agricola più che millenarî, la zona è tra le più fertili e produttive d'Italia.
I prodotti principali sono: grano, granoturco, vino, olio, formaggi, bachi da seta, foglia di tabacco, tutti oggetti di notevole esportazione interna; frutta, ortaggi (in ispecie cavolfiori), uova, pollame, oggetti di larga esportazione all'estero (Europa centrale, Inghilterra); si coltivano anche canapa e li no.
Iesi, inoltre, è stata ed è cospicuo centro d'industria, specie per quella serica (semebachi, filatura, cascami) e tessile; per cartiere, saponifici, fabbriche di fiammiferi, di cordami, di cremor di tartaro, fornaci di laterizî, distillerie, segherie, ecc.: buona tradizione ha il lavoro dell'oro. La popolazione del comune, di abitanti 19.605 nel 1881, saliva a 23.285 nel 1901, a 25.949 nel 1921 (dens. 240); a 29.090 il 21 aprile 1931. Antichissime sono le istituzioni di beneficenza e sociali, quali il Monte di Pietà (1470) e l'Ospedale civico; la Cassa di risparmio risale al 1844. La città è stazione della più antica ferrovia trasversa della penisola, tra Roma e l'Adriatico (Falconara Marittima-Ancona); lo scalo (m. 71) è a S. della città, tra essa e il fiume: per Iesi passa la via Clementina, che, unitasi oltre Fossato di Vico alla Flaminia, conduce a Roma.
Monumenti. - Nell'architettura è notevole, innanzi tutto, il recinto murato, che risale al sec. XIV in complesso, e rappresenta un sistema difensivo completo, con rocca all'interno e torrione di guardia all'esterno sopra una collina dominante. Del periodo gotico è anche la chiesa. di S. Marco (seconda metà del sec. XIII), a tre navi divise da pilastri ottagoni di laterizio e vòlte a crociera su costoloni. Del Rinascimento v'ha il Palazzo della Signoria, opera di Francesco di Giorgio Martini (cominciato nel 1486), grandioso nella massa, con caratteristiche finestre a croce incompleta. La pittura riminese del Trecento offre una buona testimonianza nei ripassati freschi della chiesa di S. Marco a Iesi. Un importante affresco, che rappresenta la Madonna delle Grazie, si vede nella chiesa omonima, opera del sec. XV di tendenza umbra. Nella Pinacoteca son conservate tra l'altro cinque opere rappresentative di Lorenzo Lotto, una Madonna scolpita da Domenico Rosselli e altre pregevoli sculture dei secoli XV e XVI, di scuola toscana e lombarda, oltre a un'ara con i simboli degli Evangelisti, proveniente dall'antica Cattedrale, datata 1183.
Storia. - L'antica Esi (Aesis, demotico Aesinates, non Aesiani) sorgeva su un colle, alla sinistra del fiume omonimo, oggi Esino, che segnava il confine tra la VI e la V regione augustea d'Italia, l'Umbria e il Piceno, donde l'ascrizione, sporadica, al Piceno, per distinguerla da altri centri omonimi. Compresa nella tribù Pollia, fu colonia cittadina fin dal 247, confermata dalle notizie epigrafiche, con diritto, forse per poco tempo, di moneta. È verosimile che gli Asili di Silio Italico (VIII, 445) siano da connettersi con la nostra Aesis.
Dopo essere stata conquistata e devastata dai Goti e dai Longobardi, fu compresa nella donazione di Pipino alla Chiesa romana, confermata da Enrico II (1014). Intanto si venne costituendo a comune ed ebbe un periodo di vita florida in cui ampliò molto il proprio territorio sotto gl'imperatori Federico I ed Enrico VI. Nel 1194 vi nacque Federico II di Svevia e, nelle lotte tra guelfi e ghibellini vi prevalsero quasi sempre questi fino alla sconfitta di Manfredi (1266). Ebbe a sostenere lotte con le città vicine di Fabriano, Matelica, Sanseverino e Ancona mentre era in potere delle signorie cittadine de' Balignani e de' Simonetti che la dominavano anche come vicarî della Chiesa o delegati dei Malatesta. Ridata alla soggezione diretta della Chiesa dal cardinale Albornoz (1355), tornò sotto i Simonetti fino al 1406, poi, con varia vicenda, attraverso le passeggere signorie di Braccio da Montone (1420-24), dei Malatesta (1426-29), di Francesco Sforza (1433-47), restò definitivamente sottoposta alla giurisdizione ecclesiastica fino al 1860, con i brevi intervalli dell'invasione francese e dell'impero napoleonico.
Arte della stampa. - Iesi ha prodotto una delle primissime edizioni della Divina Commedia, pubblicata da Federico de' Conti veronese il 18 luglio 1472. Nella sottoscrizione di questo libro (2 soli esemplari completi) il nome della città di Iesi non appare, ma l'attribuzione è indubbia poiché altri tre volumi, stampati gl'identici tipi, furono sicuramente stampati dallo stesso tipografo a Iesi. Essi sono: Aegidius, Liber Constitutionum Ecclesiae, 4 ottobre 1473; Baldus, Lectura super II pars Digesti veteris, 3 aprile 1475; Niccolò da Osimo, Quadriga Spiritualis, 27 ottobre 1475. Anche un libretto di sei carte, privo di note, contenente Perdonanze di Terra Santa di un Bartolommeo canonico, è uscito dalla stessa officina tipografica.
Bibl.: P. Grizio, Ristretto delle storie di Jesi, Macerata 1578 e nuova ed., a cura di A. Gianandrea, Iesi 1880; E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili Toscane ed Umbre: Famiglia Simonetti, Firenze 1668; T. Baldassini, Notizie istoriche della Regia Città di Jesi, ivi 1703; G. Baldassini, Memorie istoriche della Città di Jesi, ivi 1765; G. Colucci, Della origine e delle antichità di Jesi, in Antichità Picene, Fermo 1786 segg.; A. Angelucci, Monumenti jesini del Medioevo e del Risorgimento, Jesi 1859; G. Cecconi, La famiglia Simonetti di Osimo, in Giornale Araldico genealogico, 1876; A. Gianandrea, Il Palazzo del Comune di Jesi, ivi 1887; id., Della Signoria di Francesco Sforza nella Marca secondo le memorie e i documenti dell'Archivio Jesino, Milano 1881; id., Carte diplomatiche Jesine, Ancona 1884, id., Di Federico II di Svevia e della sua casa in relazione con la città di Jesi, ivi 1895; A. Ghisilieri-Fava, Cenni storico-genealogici della famiglia Simonetti di Osimo, ivi 1876; N. Angeletti, Jesi e A. v. Schweiger-Lerhenfeld, Iesi 1889; F. Colini, Memorie storiche jesine, ivi 1890; L. Colini, Alcuni documenti dell'Archivio com. di Jesi, in Riv. d. Biblioteche e degli Archivi, XII (1889), p. 171; G. Annibaldi, Guida di Jesi, Iesi 1902; L'Esposizione Marchigiana (dir. D. Spadoni), Macerata 1905; Studi Marchigiani (ann. I e II), Macerata 1907 (studî e mem. di C. Annibaldi, A. Felcini, L. Colini Baldeschi, G. Benadduci, N. Amici, C. Rosa, M. Santari, G. Alessandroni, R. Perugini, E. Sergiacomi, E. Ricci dir., e altri); G. Crocioni, Le Marche, Città di Castello 1914 (v., a p. 552, i riferim.); L. Serra, L'arte nelle Marche, Pesaro 1929; id., Elenco degli edifici e delle opere d'arte delle Marche, in Rass. March., III (1925), p. 21; IV (1926), pp. 167-168; VII (1928), pp. 28 e 36; id., Le Gall. comunali delle Marche, Roma s. a., pp. 33-38; E. Ricci, Le Marche, Torino 1929 (capp. V, IX, X, XI, XIII, XVII e XVIII). Vedi inoltre: sull'antica Esi: Corp. Inscr. Lat., XI, p. 920; Ch. Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., I, p. 685; sull'arte della stampa in Iesi: G. Annibaldi, Federico dei Conti da Verona tra i primi tipografi italiani, Iesi 1877; id., Un nuovo documento per la storia della tipografia a Jesi, in Il Bibliofilo, II (1882), pp. 92-93; A. Gianandrea, Dell'introduzione dell'arte della stampa a Jesi, in Il Bibliofilo, I (1880), pp. 167-170 e 182-184.