-ITA, -IETA O -EITA?
Si tratta di suffissi diversi.
Il suffisso -ità (dal latino -itatem), il più diffuso, si trova in parole di significato astratto derivate dal latino (brevità, umanità, novità) o, più spesso, formate modernamente
nazionale ▶ nazional-ità
quotidiano ▶ quotidian-ità
elementare ▶ elementar-ità
peculiare ▶ peculiar-ità
estraneo ▶ estrane-ità
Il suffisso -ietà si usa soltanto quando la base finisce in -io
precario ▶ precarietà
sobrio ▶ sobrietà
Il suffisso -eità si usa soltanto quando la base finisce in -eo
estraneo ▶ estraneità
contemporaneo ▶ contemporaneità
Forme come *elementarietà o *peculiarietà sono scorrette e si devono all’influsso di altri nomi astratti come contrarietà o precarietà, che però derivano da aggettivi in -ario, dove la i è già nella base.
È scorretta anche la forma *quotidianeità, formata sul modello di estraneità e contemporaneità, che però derivano da aggettivi in -aneo (estraneo, contemporaneo) in cui la e è già nella base.
Il suffisso -tà è presente soltanto in alcune parole con la ➔radice che termina in l, r, n
nobile ▶ nobiltà
libero ▶ libertà.
Nella tradizione letteraria dei secoli scorsi erano molto diffuse le forme etimologiche -itate e -itade
Qui si parrà la tua nobilitade (D. Alighieri, Inferno).