IFICRATE ('Ιϕικράτης, Iphicràtes)
Generale ateniese del sec. IV a. C. Figlio d'un conciatore di pelli, unicamente a sé dovette la carriera brillante e il matrimonio cospicuo con la figlia del re di Tracia, a lui concessa per i molti servigi prestati (386). Talento tutto militare, per nulla politico, emerse soprattutto nella guerriglia, dove meglio potevano sperimentarsi i suoi peltasti. Fece la sua prima prova nella guerra di Corinto, nella primavera del 392. Lecheo, porto di Corinto, era caduta in mano degli Spartani, ond'era loro aperto il cammino verso Atene; I., giovane ufficiale, capo d'un corpo di mercenarî, con una serie di scorrerie tenne a bada il nemico fino a che, sopraggiunto il grosso degli Ateniesi, cooperò alla conquista di Lecheo. Due anni dopo, nell'estate del 390, sorpreso nella pianura costiera presso Corinto un reggimento spartano (μόρα), ne fece strage, togliendo a quelle truppe la fama di invitte. Nel 388, mandato nel Chersoneso tracio cnn 1200 peltasti, trasse in agguato e sconfisse Anassibio spartano, che da Abido recava danno al commercio ateniese. Da questo momento I. entra in servizio dello straniero: aiuta dapprima il re Cotis di Tracia a unificare sotto il suo dominio il regno degli Odrisi, passa poi in servizio persiano e vi rimane fino al 373. Ritorna allora in Atene quale accusatore di Timoteo, e gli succede insieme con Callistrato nel governo. Affrontata la difficile situazione militare, speso l'inverno nei preparativi, salpò la primavera del 372 verso Corcira con 70 triremi; e nel giro di pochi mesi, con la collaborazione di Stesicle, restaurò rapidamente il prestigio di Atene nello Ionio, sottomettendo anche Cefallenia. Poi la fortuna gli venne meno. Occupata una buona posizione sull'Istmo di Corinto, non riuscì a impedire il ritorno di Epaminonda in Beozia (primavera 369). Negli anni 368-365 a capo di una flotta ateniese operò sulle coste macedoni col compito di risottomettere Anfipoli, aiutò nel frattempo la regina Euridice vedova del re Aminta di Macedonia, cacciando il pretendente Pausania; ma quanto ad Anfipoli non concluse nulla. Sostituito da Timoteo, si ritirò in Tracia. Ritornato più tardi in patria, partecipò con Timoteo e con Carete in qualità di stratego alla guerra sociale (357-6); per essersi rifiutato di attaccare battaglia navale in una giornata burrascosa nelle acque di Embata (v. carete), fu richiamato in Atene, deposto dalla carica e citato in giudizio. Assolto, ormai sessantenne, dovette morire poco dopo.
Bibl.: J. Kirchner, Prosographia Attica, Berlino 1901, n. 7737; U. Kahrstedt, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, col. 2019 segg.; K. J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., III (i, ii), Berlino 1922-23, passim. - Sulla politica ateniese nella prima metà del sec. IV, v. P. Cloché, in Revue Belge de philologie et d'histoire, II (1923), pp. 399-418, e in Revue des études anciennes, XXI (1919), pp. 157-192; XXV (1923), p. 5 segg.; XXVII (1925), pp. 111-112.