• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

LUZÁN, Ignacio de

di Salvatore Battaglia - Enciclopedia Italiana (1934)
  • Condividi

LUZÁN, Ignacio de

Salvatore Battaglia

Letterato spagnolo, nato a Saragozza il 28 marzo 1702, morto a Madrid il 19 maggio 1754. Conobbe molte lingue e molte letterature; di cultura umanistica e di mentalità razionalista, fu poeta, traduttore, critico e teorico d'estetica. L'Italia fu la sua seconda patria, ché, orfano, dopo una prima educazione a Barcellona (1706-15), seguì suo zio sacerdote, José de Luzán, a Genova e a Milano, perfezionandosi negli studî umanistici; in Sicilia, dove lo zio era inquisitore, frequentò le università di Palermo e di Catania, addottorandosi in legge (1727). Alla morte del suo tutore, fu chiamato a Napoli dal fratello maggiore, allora governatore del castello di Sant'Elmo. Qui visse dal 1729 al 1733, approfondendo la preparazione filosofica e giuridica, forse alla scuola del Vico, di cui però non dovette conoscere, o, se mai, non riuscì a intendere la nuova filosofia. Ritornato a Saragozza per curare l'amministrazione dei beni familiari, continuò intensamente la sua attività letteraria, alla quale aprì nuove vie il soggiorno a Parigi, dove egli fu segretario d'ambasciata (1747-1750). A Madrid ebbe dal re altri incarichi e fu membro di varie accademie spagnole.

Per quanto il L. subisse fortemente l'intellettualismo cartesiano e accettasse la mentalità scientifica e matematica, peculiare a quel primo Settecento (e nel fervore degli studî il L. diede un compendio dei principî cartesiani e riassunse i capisaldi della logica di Port-Royal), tuttavia trovò un giusto correttivo nella cultura classica e nel pensiero italiano, sicché la sua Poética o reglas de la poesía en general y de sus principales especies (1ª ediz., 1737), mentre derivava gli schemi generali dal Traité du Beau (1715) di J. P. de Crousaz, cartesiano eclettico, attingeva anche, a piene mani, alle dissertazioni del Castelvetro, del Muratori, del Crescimbeni, del Gravina, ora assimilandone ora discutendone i gusti e le formule: anzi nella seconda edizione, a cui lavorò dopo la dimora parigina (edita postuma, a cura del figlio, con notizie biografiche, Madrid 1789), accentuò il carattere neoclassico del suo temperamento critico. Così egli diede alla Spagna la prima poetica di largo respiro e di sistematica costruzione logica. Portato per i suoi presupposti intellettuali e per gli stessi modelli a identificare la bellezza estetica con la verità morale (e un trattato di etica aveva scritto in italiano: De' principî di morale), sapeva però far largo posto a quella verità "ipotetica o popolare" perseguita soltanto dalla pura fantasia, per cui poteva accettare i sogni dell'Ariosto e il sovrannaturale degli autos di Calderón. A questa intelligenza critica era portato dalla sua varia, se non profonda, esperienza di letterato. Fu, infatti, garbato traduttore di liriche anacreontiche, di odi oraziane, di episodî ovidiani; ridusse in versi castigliani l'Artaserse e La clemenza di Tito del Metastasio, Le cerimonie del Maffei; mentre da Parigi (la cui vita intellettuale tracciò nelle Memorias literarias de París, 1751) portò qualche commedia (La razón contra la moda, 1751, da Nivelle de la Chaussé), e a Parigi perfezionò la conoscenza dell'inglese (fu il primo a tradurre in castigliano qualche episodio del Milton): egli stesso compose una commedia La Virtud coronada (1742) e scrisse poesie burlesche e didattiche.

Bibl.: V. le notizie biografiche e le sue rime nel vol. XLI (1869) della Bibl. aut. esp., a cura di L. A. de Cueto. Cfr. M. Menéndez y Pelayo, Historia de las ideas estéticas en España, III, Madrid 1886, pp. 176-191.

Vedi anche
Spagna Stato dell’Europa occidentale, confinante a NE con la Francia e Andorra e a O con il Portogallo. La Spagna, bagnata a NO e a SO dall’Atlantico, a S e a E dal Mediterraneo, comprende la maggior parte (85%) della Penisola Iberica, gli arcipelaghi delle Baleari nel Mediterraneo e delle Canarie nell’Atlantico ... Francisco José Goya y Lucientes Goya y Lucientes, Francisco José. - Pittore e incisore (Fuendetodos, Saragozza, 1746 - Bordeaux 1828). Dopo aver frequentato, dal 1760, lo studio di J. Luzán y Martínez a Saragozza, nel 1766 si recò a Madrid, dove studiò a fondo le opere di D. Velázquez, conobbe G. Tiepolo ed entrò nella cerchia di R. ... Madrid Città della Spagna (3.213.271 ab. nel 2008), capitale dello Stato e capoluogo dell’omonima provincia. Situata nella Nuova Castiglia, sorge sulla Meseta, alle pendici meridionali della Sierra de Guadarrama, ed è lambita a O e a SO dal fiume Manzanares. Posta a 580-696 m s.l.m., è la più elevata delle ...
Tag
  • NEOCLASSICO
  • BARCELLONA
  • MATEMATICA
  • SARAGOZZA
  • CATANIA
Altri risultati per LUZÁN, Ignacio de
  • Luzán, Ignacio de
    Enciclopedia on line
    Letterato (Saragozza 1702 - Madrid 1754). Dimorò a Napoli, dal 1729 al 1733; a Parigi si fermò dal 1747 al 1750 come segretario d'ambasciata. La sua Poética o Reglas de la poesía en general y de sus principales especies (1737) deriva nelle idee generali dal Traité du beau (1715) del cartesiano J.-P. ...
Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali