IGLÉSIAS, Ignasi
Poeta e drammaturgo catalano, nato a San Andrés de Palomar (Barcellona) il 19 agosto 1871, morto a Barcellona il 9 ottobre 1928. Figlio d'un ferroviere, cresciuto in ambiente operaio, fu un autodidatta. Cominciò a scrivere giovanissimo per il teatro, sulla traccia di F. Soler. Il suo primo lavoro, La força de l'orgull (1886), fu rappresentato da lui stesso e da alcuni amici suoi a Lérida. Dal 1890 al 1892 fece rappresentare diversi lavori nei teatri di San Andrés, fra cui L'esclau del vici (1891), Els inconscients (1892), Surtint de l'ou (1892), e nel 1893 esordì sulle scene di Barcellona con L'angel de fanc, L'escorçó e L'argolla. Seguirono poi Fructidor (1897), Foc-follet (1899), La mare eterna (1900), Els primers freds (1901), El cor del poble (1902), Els vells (1903), lavoro drammatico in cui è prospettato il problema dell'operaio che nessuno soccorre quando giunge alla vecchiaia invalida; Via Crucis (1904); Les garces (1905), satira sociale piena di colore e di vita; La barca nova (1907), di carattere sociale; En Joan dels Miracles (1908), che tratta il problema dell'empirismo medico; Foc nou (1909), commedia di ambiente borghese che s'impernia sul conflitto creato dalla diversa educazione dei padri e dei figli; La comedianta (1909); La noia maca (1910); Flors de cingle (1911), poema drammatico; L'home de palla (1912), Els emigrants (1916), tragedia rurale; El encís de la gloria (1918), di carattere psicologico; La senyora Marieta (1919); La nostra parla (1920); La fal-lera d'amor (1921); La llar apagada (1926), il dramma della paternità frustrata, che fu quello della sua vita.
Dopo F. Soler e A. Guimerà, l'I. è stato uno degli autori drammatici più popolari in Catalogna, e senza dubbio il più rappresentativo del teatro catalano moderno. La gioventù lo considerava il capo della scuola verista-individualista; e il popolo riconosceva in lui il poeta della bontà e il cantore degli umili. L'opera sua, infatti, è pervasa di sincerità e animata da un vivo senso di pietà per le debolezze umane. Mite e vigorosa a un tempo, immune dal grossolano umorismo popolare, come anche dal romanticismo di maniera, l'opera dell'I. rappresenta un nobilissimo sforzo di differenziarsi dalla letteratura di tradizione. La sobria naturalezza del dialogo, la realistica umanità dei personaggi, la semplicità della sceneggiatura, la favola sempre morale sono qualità caratteristiche; qua e là s'indovina nell'autore un ammiratore di Ibsen e di Hauptmann, di Brieux e di Maeterlinck.
L. I. fu anche ispirato poeta lirico, come dimostra il suo squisito volume Ofrenes (Barcellona 1902).
Bibl.: J. Bernat, Historia del teatro en Cataluña, Barcellona 1924; Díaz de Escovar y Lasso de la Vega, Historia del teatro español, Barcellona 1924.