AYMERICH, Ignazio
Discendente da una antica famiglia catalana trasferitasi in Sardegna probabilmente tra la fine del sec. XIV e i primi del sec. XV, e che ebbe una notevole importanza nella storia delle vicende politiche isolane, nacque a Cagliari l'11 nov. 1808 da Ignazio e da Giovanna Ripoll; in base a un privilegio di nobiltà del 1521, l'A. ebbe il titolo di marchese di Laconi. Grosso proprietario terriero, l'A. si occupò prevalentemente di agricoltura, non disinteressandosi però di problemi politici. Nella sua qualità di "prima voce" dello Stamento militare, fu membro della deputazione inviata nel 1847 a Genova per chiedere a Carlo Alberto l'unificazione amministrativa dell'isola con il Piemonte e, acceso sostenitore dell'idea, la difese calorosamente contro tutti coloro che l'avversavano in nome dell'autonomia sarda. Di convinzioni liberali, amico del conte di Cavour, nel maggio 1848 fu nominato senatore.
Dopo l'unificazione italiana, l'A. fu tra i primi a occuparsi dei gravi problemi economico-sociali della Sardegna, che andavano delineando la loro urgenza nell'ambito della "questione meridionale". La sua attenzione si volse soprattutto al problema dell'agricoltura e a quello dei trasporti e delle comunicazioni dell'isola. In alcuni scritti egli rilevò, quale causa prima e gravissima della situazione agricola sarda, l'eccessivo frazionamento della proprietà terriera, e giunse a chiedere soluzioni drastiche, come la espropriazione coattiva per pubblica utilità, espropriazione che riteneva non fosse in contrasto con il diritto di proprietà sancito dallo Statuto. Il suo parere fu tenuto presente, insieme con quello di altri, nella relazione dell'inchiesta agraria Jacini (1884), che per la Sardegna fu compiuta da Francesco Salaris. L'A. scrisse inoltre in merito ai progetti per la costruzione di ferrovie, discutendo con competenza le soluzioni proposte dalle varie commissioni di studio. Nel 1869, in occasione della visita a Cagliari di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni morali ed economiche della Sardegna, l'A. fu presidente del Comitato popolare cittadino. Anche successivamente prese parte attiva alla vita politica: fu infatti consigliere provinciale e comunale di Cagliari. Morì a Cagliari il 25 ott. 1881.
Fra le sue opere, si possono ricordare: Lettere del marchese di Laconi, senatore del regno, al marchese di Cavour, deputato al Parlamento, sul tracciato delle ferrovie della Sardegna, s. l. né d.; Considerazioni sul tracciato di ferrovia nell'Isola di Sardegna, Torino 1861; Nuovi riflessi sul tracciato delle ferrovie in Sardegna, Cagliari 1862; Sul progetto di perequazione dell'imposta prediale nel regno d'Italia. Osservazioni,ibid. 1863; Stato della Sardegna e suoi bisogni, specialmente riguardo alla proprietà e all'agricoltura, ibid. 1869; Inchiesta sulle condizioni dell'isola di Sardegna, ibid. 1869; Relazione su un progetto di ferrovia consortile, ibid. 1872.
Bibl.: C. Baudi di Vesme, Considerazioni politiche ed economiche sulla Sardegna, Torino 1849, pp. 196 s.; T. Sarti, Il parlamento subalpino e nazionale, Roma 1896, p. 74; M. L. Cao, La fine della costituzione autonoma sarda, Cagliari 1928, pp. 46, 80, 87; R. Ciasca, Bibliografia sarda, I, Roma 1931, pp. 106 s.; F. Loddo-Caneipa, Origen del caballerato y de la nobleza del Reyno de Cerdeña, in Arch. stor. sardo, n. s., XXIV (1954), pp. 293, 399; Antol. storica della questione sarda, a cura di L. Del Piano, con pref. di L. Bulferetti. Padova 1959, p. 179.